En marche vers la parité, a Cannes, una passerella-marcia verso la parità. Dalla nostra inviata al Festival Silvia Gorgi.

Da sottolineare in rosso, nel colore del red carpet la data del 14 maggio, perché fra proiezioni, passerelle, conferenze stampa, è stato firmato a Cannes un protocollo il cui focus è programmare la parità e l’inclusione nei festival cinematografici.

A farsi da portabandiera non poteva non essere la Presidente della giuria per questa edizione del 2018, nel giorno del suo BDay, Cate Blanchett che ha compiuto gli anni il 14 maggio a Cannes.

“Programming Pledge for Parity and Inclusion in Cinema Festivals”, cosiì si chiama il documento sulla parità uomo – donna, ma non solo, anche contro il gender gap, promosso dal collettivo 5050×2020.

Sono arrivate sulla spiaggia della Croisette, centinaia di donne che rappresentano i vari movimenti internazionali che lavorano in tal senso, dal Time’s Up all’italiano Dissenso Comune.

Del resto Cannes aveva bisogno di scrollarsi di dosso un pesante fardello, visto che lungo le passate 70 edizioni in gara ci sono state solo 82 registe, una sola Palma d’oro, e in tempi in cui lo scandalo Weinstein ha sollevato il vaso di Pandora, è bene correre ai ripari.

Sulla Croisette si sono materializzate 82 donne, fra registe, attrici, produttrici, a simboleggiare quando sia lungo e tortuoso il percorso verso una reale parità.

“Dopo l’affaire Weinstein, si spera che Cannes aiuti a rinforzare l’idea che il mondo non è più lo stesso, è cambiato e cambierà ancora”, ha sottolineato Thierry Frémaux, delegato generale del Festival di Cannes. Con il protocollo il festival Cannes, si impegna affinchè si rendano trasparenti le liste dei comitati di selezione e dei programmatori, e pure a dare piena rappresentanza negli organismi del festival, puntando su tre elementi cruciali: statistiche e dati sulla selezione dei film; garanzia di trasparenza dei criteri di selezione; parità di genere nei consiglio d’amministrazione e negli organi decisionali.

La firma davanti a Cate Blancett e a tutta la giuria, che quest’anno è a maggioranza femminile, e alla ministra della cultura Françoise Nyssen.

E sembra solo il primo passo verso un percorso tracciato in cui Cannes mira di divenire portavoce per un manifesto comune tra uomini e donne del cinema, aderirvi potrebbe divenire precondizione per ottenere i fondi del Centre national du cinéma, e insieme a questo nascerà un fondo specifico dedicato alle giovani registe di tutto il mondo.