Eymerich Risorge, la recensione di Matteo Marchisio del nuovo romanzo di Valerio Evangelisti che segna il ritorno dell’Inquisitore.
Titolo: Eymerich risorge
Autore: Valerio Evangelisti
Editore: Mondadori
Non ricordo, negli ultimi tempi, di aver atteso l’uscita di un romanzo con tanta ansia. È un ritorno in pompa magna per una serie da milioni di volumi venduti, ma meno reboante di quanto un fan dell’inquisitore catalano poteva sperare.
Eymerich Risorge è un libro forte e compiuto che propone espedienti narrativi già visti nei precedenti, forte del fatto che alla barra del timone c’è un gigante della letteratura italiana capace di far venire i brividi anche con un copione ben collaudato.
Eymerich Risorge arriva sulla scena editoriale sette anni dopo Rex tremedae maiestatis, romanzo che si proponeva di chiudere il ciclo dedicato all’inquisitore Nicolas Eymerich di Gerona, le cui vicende narrate che comprendono un arco temporale all’incirca dal 1370 alla morte, solo apparente quindi, di Eymerich nel letto della sua cella nel 1399.
Eymerich Risorge conta tre intrecci ambientati in epoche diverse che ci permettono di seguire, oltre all’inquisitore, uno dei suoi personaggi secondari più noti Marcus Frullifer e Lilith una sorta di figlia di Eymerich, comparsa in Rex tremendae maiestatis.
Tre segmenti temporali che portano il lettore fra il passato medievale nel 1375, un futuro prossimo con un mondo distopico convolto in una sorta di terza guerra mondiale già sfiorata in romanzi come La luce di Orione, e un futuro lontanissimo quasi impalpabile i cui capitoli sono chiamati Frammento1, 2, 3, 4, 5 del Vangelo della Luna dell’anno 3105.
Eymerich per quanto infastidito dal fisico in fase calante per l’età e costretto a lunghe, odiate cavalcate, darà la caccia all’eretico di turno che qui risponde al nome Francesc Roma, protetto dal re d’Aragona, fra incendi inspiegabili e trame segrete di sette cristiane credute estirpate dal mondo a suon di roghi collettivi.
A unire le tre trame c’è la convinzione che forse la morte possa essere reversibile, un qualcosa di transitorio legato alla caducità di un corpo in cui è calata un’anima incorruttibile: Eymerich lo intuisce, Frullifer sembra averlo teorizzato, per Lilith pare sia cosa avvenuta.
Eymerich Risorge regala ancora un’avventura dell’inquisitore domenicano più irreprensibile, aggressivo, misogino e sociopatico, accompagnato dall’unico amico padre Jacinto Corona, calandoli nella parte terminale della disputa sul ritorno a Roma della curia di Gregorio XI ancora trincerata ad Avignone.
Tanta trama, quindi, permeata dall’immane cultura di Evangelisti, in cui troviamo approfondimenti di esoterismo, diritto inquisitorio e storia medievale che non appesantiscono il procedere con le apgine, come d’altra parte non lo hanno mai fatto, dimostrando quanto sia possibile creare romanzi colti ma pop.
Eymerich risorge è una grande lettura, composta e perfetta anche a chi non ha ancora avuto il piacere di seguire l’inquisitore di Gerona.
Tutti quelli che lo considerano un amico fidato, alla fine all’avventura possono dormire sonni tranquilli.
Visto che Eymerich sembra aver sconfitto perfino la morte, chissà che nel futuro non ci conceda un’altra sua inchiesta?