Il fascino dell’Oceano Pacifico, nuovo articolo di Giacomo Brunoro direttamente dalle coste della California per Sugarpulp Magazine.
L’oceano non parlava per frasi ma per versi [“Big Sur”, Jack Kerouac]
L’Oceano Pacifico è uno dei grandi miti di più generazioni di europei. Lo hai ascoltato nelle canzoni, lo hai visto nei film, lo hai letto nei libri. Per quanto mi riguarda il Pacifico è parte fondamentale di due pietre miliari del mio immaginario, sto parlando di “Big Sur” di Jack Kerouac (il vero grande capolavoro del vecchio Jack) e di “Un mercoledì da leoni” di John Milius (molto semplicemente ze best film evvvva). E allora ti pare che uno viene a Los Angeles e non fa un salto a vedere l’Oceano? Dai ragazzi, non scherziamo.
La prima cosa che senti quando ti avvicini è che l’aria è diversa: il caldo umido e intenso della città sparisce di colpo e lascia spazio a un profumo inconfondibile, il profumo del mare. Siamo a Marina del Rey e facciamo un giro tra le banchine, inebriati da quell’atmosferica magica che soltanto il mare riesce a trasmetterti. Chiaro che per chi sta a Los Angeles vivere sull’Oceano cambia davvero tutto in meglio e, infatti, mi dicono che il costo al metro quadro da queste parti è altino. Giriamo tra le banchine della marina, respirando a pieni polmoni il fascino dell’Oceano e guardando le tantissime barche ormeggiate.
Ad un certo punto spunta anche un gruppetto di leoni marini che cazzeggiano su una banchina lontana, tranquilli e beati sotto al sole.
Le spiagge invece sono diversissime dalle nostre: niente bagni organizzati ma spazi enormi che ognuno occupa come vuole, naturalmente con gli immancabili baywatch che controllano il tutto. Ci sono i surfisti, vere icone della California, che vivono nel loro mondo ignorando tutto il resto. Poterli vedere dal vivo è davvero uno spettacolo unico. Le spiagge sembrano non finire mai e l’acqua è freddissima, infatti surfisti a parte in pochi fanno il bagno. E alla fine l’Oceano, distesa infinita di acqua che ti ipnotizza con il suo fascino primordiale.
Dei tempi passati ricordo un vento che soffiava attraverso i canyons, era un vento caldo chiamato Santana che portava con sé il profumo di terre tropicali. Aumentava di intensità prima del tramonto e sferzava il promontorio… [Un mercoledì da leoni]