Fra Proust e Dumas: Cannes e il fascino discreto di una lusinga francese. Il pezzo del nostro direttore artistico Matteo Strukul, inviato speciale di Sugarpulp sulla Croisette.

Arrivare a Cannes e farsi cullare dall’aria frizzante della Cote d’Azur, lasciare ad altri il compito di raccontare uno dei più importanti festival cinematografici al mondo per immergersi in un universo di colori pastello, di luce d’argento che fa scintillare il mare, dondolare a zonzo fra le stradine dietro la Croisette, annusare i profumi di menta e anice, lavarsi le mani con il sapone di Marsiglia e godersi l’aroma violetto della lavanda, finendo in un marché di chincaglierie e libri vecchi, bersi un pastis a un tavolo con le sedie in ferro battuto mentre un vecchio oste con la catena d’oro al collo e le basette bianche ti dice che il bancomat non funziona: quello di Cannes è un mondo a sé, e avere la fortuna di gustarlo in modo indolente, senza obblighi di sorta, abbandonandosi alle sensazioni, spiando luci, abiti, gioielli dal padiglione Italia all’Hotel Majestic Barriere ha quasi il sapore della rapina.

La giornata si srotola in un festone di luce ed è tempo di sorseggiare champagne e rimpinzarsi di foie gras per poi annegare in un piatto di moulesstufate e in una pantagruelica porzione di gamberi alla provenzale.

Il creme caramel ci salverà alla fine? Forse no, forse torneremo a dormire, gonfi di vita e piacere puro, e vaffanculo! Ma quanto può essere seducente il dolce far niente, una volta tanto? Senza contare che al mattino quando avrai assaporato gli aromi amari del café au lait, perdendoti nelle fragranze di madeleinette e pain au chocolat sarai di nuovo pronto a ricominciare.

SUGGESTIONI INFINITE

E vedrai sfilare davanti ai tuoi occhi, come in un sogno proibito, le immagini di Marcel Proust come fiori di carta, e la Marsiglia di Jean Claude Izzo e quella di René Fregni, ritroverai gli aromi streganti di Grenouille, direttamente dalle pagine di Patrick Suskind, magari camminando fra le boulangerie, inebriato dai profumi di baguette e croissant au beurre.

Le campagne raccontate da Alexandre Dumas e i villaggi di pescatori di Michel Zévaco ti appariranno più vicini e tu sarai pronto a godere questa dorata vita di provincia, infischiandotene dei lustrini e delle attrici, degli smoking e degli accrediti, di yacht e limousine.

Perché Cannes ti avrà ghermito il cuore con il fascino semplice e irrinunciabile di una dolce lusinga francese. E a te non basterà e ne vorrai ancora, nel tentativo infantile, e bellissimo, di non spezzare l’incanto.