Hannibal la nuova serie prodotta dalla NBC che vede tornare in una nuova veste il famoso Hannibal Lecter
I serial killer stanno vivendo una nuova primavera, nel panorama delle serie tv. Dopo il deludente The Following, ci voleva una serie che funzionasse. E Hannibal è questa serie?
Andiamo con ordine. La prima sensazione che si ha guardando questa serie è che non di tratti di una serie tv, ma di un film. La regia è pulita, precisa, molto cinematografica, per certi versi anche un po’ vecchia, ma con soluzioni interessanti. Gli attori, la fotografia, le musiche: tutto fa pensare a una qualità fin troppo elevata per una serie tv. O forse sono io che dopo aver visto troppe serie della CW negli ultimi mesi non sono più abituato a serie professionali.
Hannibal quindi è un prodotto ben confezionato, una serie tv di qualità. Ma la storia regge? Vale la pena di vederla?
Devo dire che il pilot mi ha convinto a metà. Nel mezzo narrativo, qualunque esso sia, gli autori chiedono un atto di fede agli spettatori, di credere a quello che raccontano. In Superman si chiede di credere che un alieno venuto da un altro pianeta voli senza ali e sciolga metallo con i raggi sparati dagli occhi. Alla base di tutto c’è un patto: o ci credi, allora la storia funziona, oppure no, allora è meglio che cambi canale o ti dedichi ad altro.
In Hannibal c’è un patto di questo tipo, che è alla base del telefilm: Will Graham, il protagonista della serie, si trova a dover lavorare con Hannibal Lecter, senza conoscere le sue, potremmo definirle, abitudini alimentari un po’ fuori dagli schemi. E la serie funziona sulla base della tensione che si crea fra questi due personaggi, soprattutto perché lo spettatore conosce cose che il protagonista non sa, lo vede cacciarsi in trappole o non dare importanza a dettagli che sono importantissimi.
Insomma, il primo episodio non era riuscito a convincermi del tutto, complici anche dei buchi di sceneggiatura un po’ esagerati, ma poi tutto questo è passato in secondo piano, superato dalla curiosità di conoscere i piani diabolici di Hannibal e le intuizioni di Will.
Il problema sarà alla lunga distanza: reggerà come serie? Riuscirà a trovare una strada per evolvere (magari lasciando la strada segnata dai romanzi di Harris) oppure rimarrà statica e legata soprattutto agli indici di ascolto? Perché il rischio è quello: che se gli ascolti sono alti, si allungherà il brodo per fare più porzioni possibili, fino a rendere insipida la serie. Ma diamogli un po’ di fiducia, e ne riparliamo alla fine della prima serie.
Consigliato: agli amanti del thriller e del noir