House of Gucci. Una stori
a vera di moda avidità, crimine, la recensione di Claudio Mattia Serafin del saggio di Sara Gay Forden
- Titolo: House of Gucci. Una storia vera di moda avidità, crimine
- Autrice: Sara Gay Forden
- Editore: Garzanti, 2021
- PP: 456
Interessante la riedizione aggiornata della monografia dedicata al marchio Gucci e alle vicende travagliate dell’omonima famiglia; l’autrice è Sara Gay Forden, corrispondente estera di moda e affari per Bloomberg News.
La Forden è in prima linea nel trattare le tematiche calde del momento, tra moda, estetica, atelier, grandi aziende, lobby e multinazionali della tecnologia (Amazon, Facebook, Google); la sua scrittura, come si vedrà a breve, è giornalistica e accattivante, ma non rinuncia all’approccio biografico e scientifico degno di menzione da parte delle migliori scuole di pensiero sul punto.
I Gucci
Il saggio viene celebrato attraverso una sorta di ventennale, con nuova postfazione dell’autrice, e soprattutto l’uscita nelle sale del magnifico film di Ridley Scott, il quale con piglio documentaristico ed emozionale ricostruisce la massiccia e grottesca saga familiare dei Gucci; l’edizione italiana (2021), molto curata al pari di quella estera, è un elegante volume Garzanti, che riprende i celebri motivi dell’azienda in copertina, e contiene al suo interno un ricco apparato fotografico, utile a identificare i protagonisti delle vicende.
Al cinema, sono stati scelti volti noti per interpretare i Gucci: l’artista Lady Gaga è l’inquietante Patrizia Reggiani, Adam Driver è Maurizio, mentre Jared Leto è il cugino Paolo. Gli ascendenti sono i carismatici Al Pacino (Aldo, padre di Paolo) e Jeremy Irons (Rodolfo, padre del protagonista).
Il saggio e l’opera cinematografica sono l’uno fedele all’altra, in totale verosimiglianza informativa, se si escludono alcune omissioni tempistiche nella sceneggiatura: il regista si focalizza sui principali membri di un cast corale, da tragedia greca.
La Forden evidenzia in maniera efficace quale fosse l’acme imprenditoriale di quegli anni, tra genio italiano e prospettive speranzose dato da un mondo ancora da disegnare.
L’assassinio
Il 27 marzo del 1995 (infine e in principio) perde la vita Maurizio per mano di un assassino, e la moglie viene condannata a svariati decenni di prigione come mandante dell’omicidio; da questo indescrivibile explicit si parte per la ricostruzione di un affascinante binomio, dato appunto dalla commistione di moda e famiglia.
Aldo, affascinante e geniale imprenditore, Rodolfo, raffinato e austero artista; Maurizio, difficilmente interpretabile, Paolo, creativo incompreso. E infine la nota Patrizia, i commenti relativi alla quale ancora affollano i dibattiti criminologici.
La Forden è stata acclamata dal New York Times, dall’Economist, Glamour, Wall Street Journal e Cosmopolitan, per l’alta qualità narrativa della sua opera biografica; buona lettura.