I colpevoli, la recensione di Maila Cavaliere per Sugarpulp MAGAZINE del romanzo di Andrea Pomella pubblicato da Einaudi.
- Titolo: I colpevoli
- Autore: Andrea Pomella
- Editore: Einaudi
- PP: 216
Ho procrastinato un po’ la lettura del I colpevoli di Andrea Pomella perché, dopo L’uomo che trema, temevo la potenza investigatrice della sua scrittura. E infatti anche questo libro mi ha stanato. Ha sturato il gorgo delle paure e dei sensi di colpa.
Con una scrittura asciutta e affilata, il romanzo racconta un padre e un figlio che si (ri)conoscono nella lenta corruzione di una distanza durata decenni.
E nello scoprire che, insieme a loro, tante volte “abbiamo lasciato che tra noi si imponesse il silenzio”, ne I colpevoli troviamo qualcosa che ci riguarda tutti.
Nella cifra dei nostri rapporti personali, nella ripetizione dei setting professionali, nei tentativi di tollerare la routine stringente, negli sfogatoi vigliacchi eppure necessari a tenere la direzione, il romanzo squarcia il velo d’ innocenza che ognuno di noi si cuce addosso e ci accomuna nella nuova percezione di una irriducibile colpevolezza.
Non ci sono vittime né carnefici nella voce del sé della scrittura di Pomella, solo muri più o meno alti e specchi deformanti in cui guardarsi in una inedita anamorfosi interiore.
I Colpevoli potrebbe avere in epigrafe la frase di un libro dello scrittore ungherese Sandor Marai (pubblicato da Adelphi):
“Perché non siamo mai innocenti, e un giorno finiremo sotto processo.
Saremo condannati o assolti, ma nel frattempo sapremo di non essere innocenti.”