007 Si vive solo due volte sarebbe dovuto essere l’ultimo di Sean Connery, ma…

007 Si vive solo due volte, quinto film del franchise Bond, sarebbe dovuto essere l’ultimo di Sean Connery: in realtà ne seguiranno altri due (uno ufficiale, Una cascata di diamanti, e uno spurio, Mai dire Mai), ma all’epoca Connery iniziava ad essere stanco di quel ruolo che comunque gli aveva regalato fama e notorietà planetaria.

Tratto dall’omonimo romanzo di Fleming, 007 Si vive solo due volte è un film parzialmente riuscito con parecchi punti deboli: una storia davvero troppo fracassona, Bond girls deludenti e che non hanno lasciato traccia, ridicolo il voler far passare Sean Connery per giapponese con un po’ di trucco.

I territori noir di 007 Si vive solo due volte (5 di 22)

Il grande rammarico è quello che le esigenze cinematografiche hanno “rovinato” il senso e il fascino di uno dei titoli più belli di tutta la serie, ma per capirlo fino in fondo dovrete per forza leggervi il libro di Fleming (Adelphi l’ha ripubblicato da poco approfittando della Bond-mania scatenata da Skyfall).

Tra l’altro, ma vado a memoria e quindi non vorrei sbagliarmi, credo che questo sia l’unico film della serie con location giapponesi (Il motivo credo dipenda sicuramente dall’altissimo costo di girare nel Paese del Sol Levante). Per quanto riguarda le location infatti domina il Giappone, cosa che per altro fece crescere a mille le spese di produzione.

Alcune cose buone nel film comunque ci sono: per prima proprio le location, perché non vediamo solo il Giappone stereotipato della Tokyo futurista (nel ’67 Tokyo era più o meno come Marte, un po’ come adesso…), ma anche il Giappone semplice e rurale di una piccola isola di pescatori, o alcuni tra i templi e dei giardini giapponesi più belli; e poi uno spettacolare Ernst Stavro Blofeld, che per la prima volta viene mostrato in volto e che è interpretato in maniera magistrale da Donalde Pleasance; e ancora la sceneggiatura firmata da Roald Dahl (sì proprio lui, quello della fabbrica di cioccolato!).

I territori noir di 007 Si vive solo due volte (5 di 22)

Particolarmente azzeccato poi piazzare la sede operativa della SPECTRE dentro ad un vulcano se si considera l’enorme importanza culturale per tutto il Giappone del monte Fuji, che altro non è se non un vulcano (chiariamo subito una cosa: dentro al monte Fuji non c’è il rifugio segreto dell’Uomo Tigre II).

Un film in definitiva che è invecchiato maluccio ma che all’epoca dev’essere stato sicuramente molto d’impatto, e non solo per le splendide ed esotiche location nipponiche (penso anche al gran combattimento aereo che fa da contraltare a quello subacqueo del film precedente).

Visto oggi come dicevo fa un po’ sorridere, ma nonostante tutto Si vive solo due volte resta un film che non può mancare nella collezione di tutti i completisti e che merita comunque una guardatina anche se siete soltanto dei curiosi. Magnifica la song di apertura cantata da Francy Sinatra.

Leggi i precedenti articoli della serie “I Territori Noir di 007″:

Licenza di uccidere (1 di 23)

Dalla Russia con amore (2 di 23)

Goldfinger (3 di 23)

Thunderball – Operazione Tuono (4 di 23)