IDDU, la recensione del film di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza presentato in concorso all’81a Mostra del Cinema di Venezia.
IDDU – SICILIAN LETTERS di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza è stato presentato in concorso all’81a Mostra del Cinema di Venezia e si ispira alla storia di Matteo Messina Denaro.
Dico si ispira perché c’è una bella frase all’inizio del film che dice “la realtà è un punto di partenza non un punto di arrivo”, con i registi che sottolineano di essere partiti dal caso di Matteo Messina Denaro per arrivare a raccontare una storia.
Il film non è il solito film di mafia, ha delle trovate interessanti, c’è anche una vena ironica particolare, un’interpretazione del fenomeno mafioso tutto sommato nuova.
Quello che mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca è stato il ruolo di Toni Servillo che interpreta un napoletano, o comunque un campano, che si è trasferito in Sicilia ed è diventato il padrino di Matteo Messina Denaro. Si tratta palesemente di un dettaglio quantomeno improbabile, dato che è risaputo che soprattutto la mafia siciliana funziona in base a legami di sangue.
Però con questo escamotage Servillo può recitare con il pilota automatico il solito ruolo della macchietta napoletana, interpretando “il preside”, politico di mezza tacca caduto in disgrazia e che pensa di essere sempre più intelligente degli altri. Il personaggio funziona, sia chiaro, del resto stiamo parlando di Toni Servillo, è che da un attore del genere magari uno si aspetterebbe qualcosa di più .
Altro elemento secondo me critico (ma qui il problema non è solo di IDDU) è la recitazione degli attori italiani. Se togliamo Servillo che come al solito fa il suo e lo fa alla grande, e Elio Germanio che forse va un po’ in overacting ma comunque interpreta molto bene il ruolo di Matteo Messina Denaro, tutti le altre interpretazioni sono francamente discutibili, a tratti ridicole (che sia una scelta voluta dai registi? non lo so…).
Purtroppo da anni abbiamo in Italia un problema con la recitazione degli attori italiani che molto spesso è troppo teatrale. Forse tutti partono dal teatro, ma fare teatro non è fare cinema e purtroppo quando si è partecipa ai festival e si vedono tanti film in lingua originale uno dopo l’altro, questo fatto salta all’occhio molto di più.
In definitiva IDDU resta sicuramente un buon film con diversi spunti interessanti e che riesce a raccontare in maniera finalmente diversa anche il fenomeno mafioso.