Ieri ha chiamato Claire Moren, la recensione di Danilo Villani dell’ultimo romanzo di Giuseppe Aloe per Sugarpulp Magazine.
Titolo: Ieri ha chiamato Claire Moren
Autore: Giuseppe Aloe
Editore: Giulio Perrone Editore
PP: 256
Singolare opera quella di Giuseppe Aloe, tutta narrata in prima persona, dialoghi compresi. Frasi brevi, secche, punteggiatura ridotta al minimo. Riflessioni, soliloqui e sviluppo del plot si mescolano in maniera armonica quasi come un crescendo rossiniano. Le vicende del protagonista, uno scrittore in rampa di lancio, acquistano sempre più “peso” durante il loro svolgimento trasmettendo al lettore tutte le sensazioni, le ansie e le perplessità e soprattutto i ricordi legati alle vicissitudini del protagonista.
La femme fatale, come nella migliore tradizione del “giallo”, e per la quale il protagonista nutre una immensa passione, ha deciso di porre fine al rapporto. Ciò nonostante concede un ultimo incontro in un motel. Viene ritrovata cadavere e tutti gli indizi anzi le prove, inconfutabili e incontrovertibili, sono a carico del protagonista che trascorrerà diciassette anni come ospite dello stato.
Scontata la pena decide per un buen retiro su di un’isoletta (visto il contesto del romanzo e l’abbondanza di cognomi anglosassoni, lo scrivente ha immaginato la stessa come una delle tante sul Long Island Sound, braccio di mare compreso tra le coste del Connecticut e del New York State), luogo di vacanze estive, dove inizierà a ripercorrere la sua vicenda giudiziaria vista la sua totale estraneità al delitto. Verrà supportato da un personaggio singolare, un anziano signore che si professa cacciatore di nazisti in fuga e che risulterà determinante per l’indagine a ritroso che non sarà scevra di sorprese…
Come scritto in precedenza, il romanzo segue la struttura del giallo classico, ovvero un delitto, con tanto di risvolto passionale, un presunto colpevole e le indagini che ne conseguono. A prima vista potrebbe apparire banale ma l’originalità del point of view legato al protagonista che riveste al contempo il ruolo di narratore extradiegetico, offre un valore aggiunto alla lettura.
Lettura che è accompagnata da numerose citazioni di autori più o meno “classici”. Fra tutte l’opera di Virgilio e il suo eroe Enea che riveste un ruolo fondamentale nei confronti del protagonista: praticamente un suo doppio, e qui si entra in un certo simbolismo, con il “peso” rappresentato da Anchise portato a spalla evidente metafora delle vicissitudini conseguenti al delitto.
Un romanzo dal quale è difficile staccarsi una volta entrati nei suoi meandri.
4 barbabietole su 5