Il buco noir di Stefano Zattera è un fumettazzo enorme, in tutti i sensi. La recensione di Giacomo Brunoro per Sugarpulp MAGAZINE.

Il Buco Noir di Stefano Zattera, copertina

  • Titolo: Il buco noir
  • Testi e disegni e regia: Stefano Zattera
  • Colori ed effetti speciali: Carlo Sandri
  • Prefazione: Federico Bernocchi
  • Editore: Progetto Stigma / Eris edizioni
  • PP: 180 pagine a colori

Il buco noir è il fumetto che tanti di noi aspettavano. Finalmente Stefano Zattera mette ordine nel suo folle Zattera-Universe e si confronta con una storia lunga, un romanzo grafico in cui è bello perdersi.

Archetipi e citazioni fuse in un nuovo immaginario pop

L’aspetto più incredibile del volume scritto e disegnato da Zattera è il citazionismo estremo. Ogni vignetta e ogni ballon nascondono un rimando, una citazione, un piccolo omaggio. Personalmente inizio a essere stufo delle continue citazioni, dato che negli ultimi anni il nerdismo imperante le ha trasformate in una cifra stilistica onanistica che spesso maschera un vuoto pneumatico a livello di idee.

Ma ne Il buco noir tutto è diverso, citazioni comprese. Le citazioni infatti sono perfettamente integrate nel tessuto narrativo della storia. Non si tratta del solito autore nerd che deve farti vedere quante ne sa, si tratta di un linguaggio autoriale maturo. Non c’è voglia di prendere in giro archetipi pop, non c’è spazio per le solite parodie da intelligentissimi.

Quello di Zattera è uno stile personale, elaborato. Una grammatica e una sintassi che hanno digerito la citazione e la restituiscono in maniera fluida all’interno di una storia profondamente originale.

Il buco noir è un fumetto costruito intorno ad archetipi ben precisi, quelli tanto cari al buon vecchio noir per cominciare. Ma anche se l’impianto è classico, i riferimenti sono chiari e le citazioni presenti ovunque, il fumetto di Stefano risulta fresco e originale.

La scrittura e il disegno di Zattera non sono mai compiaciuti o autoreferenziali ma sono funzionali a un progetto autoriale consapevole e molto articolato. C’è solo un modo per riuscire in un’impresa del genere: essere un grande autore, cosa che Zattera dimostra in pieno con questo volume enorme (sotto tutti i punti di vista!).

Earl Foureyes e il suo esercito di freak

Le tavole de Il buco noir sono un tripudio di colori, di anatomie impossibili, di deliri ragionati, di personaggi ultrafreak, di invenzioni lessicali e visive. Eppure tutto fila alla perfezione. Quando giri pagina non sai mai cosa ti ritroverai di fronte, nel vero senso della parola.

È impossibile poi non amare il folle sguardo di Earl Foureyes che con i suoi quattro occhi ti destabilizza, riuscendo a metterti sempre a disagio per una frazione di secondo.

Il grande formato del fumetto inoltre offre al lettore la possibilità di gustare ogni dettaglio, di rallentare il ritmo della lettura per godere a pieno delle invenzioni continue di Zattera. Questo è un fumetto da leggere e rileggere, da guardare e riguardare. Anche perché ogni volta che lo apri scopri qualcosa di nuovo.

Noir, fantascienza, erotismo, splatter, horror… è impossibile definire un’opera che è un atto d’amore per il genere e per l’immaginario pop.

Il buco noir, la storia

Nella Nazione Lattea, sottomessa al regime consumista superburocratico, Earl Foureyes si trova a indagare su un serial killer che semina morti in ogni pianeta. Il detective mutante cercherà anche di aiutare i Supereroi messi al bando dal Superburocrate.

Intanto nella galassia avvengono continui attentati terroristici rivendicati dagli ZOMO, gli Zombie Maoisti di Orione. Tutte le vicende  si intersecano e arriveranno a una risoluzione durante il concerto-evento epocale della Pop-star e predicatrice intergalattica Lady Matanga.