Il francese, la recensione di Danilo Villani del nuovo romanzo di Massimo Carlotto pubblicato ne Il Giallo Mondadori.

Il francese, la recensione di Danilo Villani del nuovo romanzo di Massimo Carlotto pubblicato ne Il Giallo Mondadori

maccarello
Etimologia:
dal fr. ant. makerel, propr. ‘ruffiano, mezzano’, perché nella credenza popolare lo scombro, accompagnando le aringhe nelle loro migrazioni, favoriva il loro accoppiamento.

Il mestiere più antico del mondo. Chissà perché ogniqualvolta si cita questo luogo comune, il pensiero corre esclusivamente al genere femminile. Solo successivamente si pensa al retroterra, a chi gestisce l’attività, a chi trae dalla prostituzione la propria fonte di reddito.

Il secondo gradino della scala alimentare è occupato dai cosiddetti magnaccia (evitiamo, per non tediare il lettore, di citare i numerosi sinonimi relativi alla professione) i quali possono esercitare la professione freelance oppure dipendere da congreghe organizzate su vasta scala.

Il protagonista dell’ultimo romanzo di Massimo Carlotto, Il Francese è appunto un degno rappresentante della categoria. Fatte le ossa oltralpe, da qui il nomignolo, al servizio di un’organizzazione albanese, Toni Zanchetta gestisce un discreto numero di mademoiselles altamente selezionate per una clientela altrettanto selezionata.

Uomo di polso e al tempo gentile, usa la violenza solo se necessaria e, caso raro, divide i proventi con le sue collaboratrici al cinquanta per cento. Tutto sembra funzionare con la precisione di un orologio svizzero quando una delle sue protégée scompare nel nulla dopo essere stata accompagnata da lui stesso ad un appuntamento con un cliente presso un albergo.

Il passo è breve: ripreso dalle telecamere di sicurezza diventa il primo sospettato della sparizione e la sua professione non lo aiuta certo durante il proseguo delle indagini. Da macrò a investigatore vista la situazione…

Doppio esordio per Massimo Carlotto

Doppio esordio per lo scrittore padovano: nel genere “giallo” e nella collana “Il Giallo Mondadori”. Ma l’autore non rinuncia alle sue pennellate noir, anzi le mescola con la trama a orologeria. Troviamo anche qui il “territorio”, quel Veneto specchio della realtà italiana. Il finto perbenismo, l’ipocrisia, il chiacchiericcio come arma di sputtanamento e la sete, o la fame, di denaro da ottenersi con qualsiasi mezzo, la penetrazione, ormai inarrestabile, di organizzazioni criminali dell’est europeo.

Fra le caratterizzazioni spicca Franca Ardizzone, commissario di pubblica sicurezza, nemica giurata del protagonista con l’ossessione di condurlo in corte d’assise. Un po’ BB* ma bella vera. Angela, rappresentante della parte “bene” della città, amante ufficiosa di Zanchetta nei confronti del quale prova irresistibile attrazione. E poi uno stuolo di personaggi rappresentanti di ogni gradino sociale con le loro storie inevitabilmente permeate di sconfitte e tristezza.

Il tutto sullo sfondo del fenomeno della prostituzione “da casa” esercitata da donne “normali”. Tema già evidenziato dallo scrittore in Per tutto l’oro del mondo.

E qui azzardiamo un’ipotesi: può essere che Massimo Carlotto, sia pure inconsciamente abbia voluto chiudere una trilogia iniziata nel 2001?

Ci permettiamo la presunzione di battezzarla “Trilogia del Mondo Perfetto”.

Tre personaggi: Pellegrini, Vianello, Zanchetta. Tre mondi perfetti creati con ingegno, anche criminale, ma successivamente disintegrati, mandati a puttane dall’imprevedibilità. Ma anche tre personaggi dotati di forza interiore non comune. Chissà se lo scrittore confermerà?

5 Barbabietole su 5

P.S.

Zanchetta sarà anche un gran fijo de ‘na mignotta ma crea empatia.
Prevediamo un futuro iconico.

*cfr. Respiro Corto