Il giallo di Ponte Sisto, la recensione di Giulia Mastrantoni del nuovo romanzo di Max e Francesco Morini pubblicato da Newton Compton Editori.
Titolo: Il giallo di Ponte Sisto
Autori: Max e Francesco Morini
Editore: Newton Compton
PP: 256
Il comico Simone Rossman, tutto fuorché di successo, adora il ben più conosciuto intrattenitore Petrolini al punto che ha deciso di tappezzare le pareti dell’appartamento che affitta con immagini di Petrolini nei suoi anni migliori.
Ma non è tutto: Rossman ha deciso di vivere nell’appartamento stesso in cui Petrolini ha vissuto da giovane. Non ci sarebbe nulla di strano (in fin dei conti, tutti abbiamo i nostri idoli), se non fosse che il proprietario dell’appartamento, Tito Mantovani, questo mese non ha ricevuto l’affitto pattuito da Rossman.
Mantovani, che ha sempre ricevuto i suoi pagamenti con puntualità svizzera, prova a chiamare Rossman, che però non risponde al telefono. A quel punto, Mantovani decide di fare una visitina a Rossman, che però non è in casa.
Un giro rapido nel quartiere basta a far capire a Mantovani che dev’essere successo qualcosa a Rossman; nessuno lo ha visto in giro per diverse settimane.
L’Ispettore Ceratti e l’Agente Cammarata vengono, quindi, avvertiti della scomparsa di Rossman e procedono a buttare giù la porta dell’appartamento per ispezionarne l’interno.
Di Rossman non c’è traccia, ma il giradischi continua a ripetere uno spezzone di una canzone di Petrolini; “morire… morire… morire”. Il giradischi si è incantato proprio su questa parola. Il libraio Ettore Misericordia viene subito chiamato per aiutare nelle indagini, perché come conosce lui Roma…
Il giallo del Ponte Sisto ci presenta un’indagine che intrattiene il lettore, stimolandone la curiosità e proponendo colpi di scena ben riusciti. Si tratta di una lettura perfetta per una serata poco impegnativa, per un pomeriggio rilassante oppure per un viaggio in treno.
Una note a parte la merita la scelta di ambientare il tutto a Roma, supportata da una miriade di dettagli che danno modo al lettore di apprezzare le meraviglie della capitale (seppure solo tramite pagine stampate).
Questa ambientazione dona anche uno spessore peculiare ai personaggi, le cui scelte linguistiche sono influenzate dalla provenienza regionale. In questo senso, occorre sottolineare la precisione con la quale gli autori de Il giallo di Ponte Sisto hanno portato avanti la caratterizzazione dell’ambiente.