Il mondo non mi deve nulla di Massimo Carlotto è un noir veloce e raffinato, dolente elegia dei naufraghi della vita e amara riflessione sui nostri tempi bastardi
Titolo: Il mondo non mi deve nulla
Autore: Massimo Carlotto
Editore: Edizioni e/o
PP: 106
Prezzo: 9.50 cartaceo, 5.99 ebook
“Tu non sei un uomo da fiori, profumi e vestiti. Rassegnati. Tu sei da cioccolatini” (Lise).
Adelmo, sangue romagnolo, un passato da operaio, è uno dei troppi che la crisi ha sbattuto con le spalle contro il muro dell’indigenza senza troppi complimenti. Poco istruito, ma sicuramente caparbio e ben poco arrendevole, Adelmo, anche davanti allo spettro della povertà, cerca di tirare avanti come può.
Diventa ladro: un topo d’appartamento sfigato che si aggira per Rimini con la bici, cantando le canzoni-feticcio della riviera romagnola, alla ricerca della svolta, del colpo di fortuna che lo faccia tornare a casa con un gruzzoletto tale da far campare lui e signora almeno un altro mese.
Lo troverà, quel colpo di fortuna che potrebbe trasformarsi nel suo colpo grosso, seduto su una panchina di un quartiere agiato di Rimini: una finestra aperta, chiaro invito a nozze della dea bendata.
Una volta saltato dentro quella finestra, però, Adelmo incontra la padrona di casa: Lise, che giace silenziosa su un divano nel salotto in penombra.
Lise, se vogliamo, è l’antipode di Adelmo. Una sessantenne tedesca colta, sofisticata, pragmatica, eloquente, ancora illuminata dalla bellezza dei suoi anni migliori, passati da croupier nelle più esclusive navi da crociera.
La stessa crisi che ha colpito Adelmo però, non ha risparmiato neppure Lise. I suoi risparmi, che di sicuro Adelmo e signora non hanno mai visto in una volta sola, sono solo spiccioli per lei, abituata al lusso e alla raffinatezza.
Lei, croupier dal sorriso di sirena che ammaliava i giocatori più scaltri, proprio all’apice della sua gloria si è fatta fregare da una Signora ben più scafata di lei nel raggirare il prossimo: la Banca.
È in una Rimini che attende silenziosa il puntuale arrivo delle torme ebbre della prossima estate, nella penombra di un interno silenzioso, nell’incontro fra Adelmo e Lise, che si accende la scintilla de Il mondo non mi deve nulla, ultima opera di Massimo Carlotto, strutturata come un riuscito ibrido tra prosa e piece teatrale, costellata da dialoghi brillanti e monologhi sempre giustificati nella narrazione.
Sarebbe facile attribuire al racconto la tematica della crisi economica, ma credo che qualsiasi opera d’arte contemporanea ne parli, più o meno apertamente. La crisi non è più un tema ispiratore, bensì ormai un’ambientazione realistica.
D’altronde noi siamo i superstiti di un grande naufragio collettivo, cominciato magari con la crisi, proseguito poi come un’onda nera e velenosa che ci ha resi cattivi, disillusi e sospettosi verso il prossimo.
Adelmo e Lise, per quanto distanti siano le loro storie personali, sono simili in questo: nel riconoscersi come naufraghi, sopravvissuti e memori di un tempo in cui le cose andavano meglio.
La differenza è che mentre un uomo come Adelmo possiede l’istinto di sopravvivenza scolpito nel DNA, Lise è vittima di quel cupio dissolvi delle belles dames sans merci che ha annullato completamente la sua energia vitale.
Il mondo non le deve più nulla (come dice lei stessa mentre le memorie del suo passato di sfarzi, grandi amori e abbondanza, si fanno ogni giorno più lontane) e l’unico desiderio che ormai le è rimasto dovrà per forza essere esaudito da Adelmo, prima ladro che cerca di imporre la sua visione del mondo con violenza, poi amico e confidente sui generis, infine vittima lui stesso di quell’ultima stilla di potere seduttivo della padrona di casa.
Dire di più, accennare a cosa succederà dopo il fatidico incontro tra i due protagonisti, dopo i loro scambi nella stanza in penombra, sarebbe un crimine: sebbene la parte romantica (ma mai smaccatamente sentimentale) del testo sia prominente, il racconto rimane un noir e, come ben ci ha insegnato Carlotto nei suoi libri, in una storia noir, uno dei protagonisti principali è sempre l’oscura immensità della morte.
La lista delle trasposizioni teatrali tratte dai romanzi di Massimo Carlotto sarebbe lunga e non è mia intenzione in questa sede farne un excursus. Il connubio tra l’autore padovano e il teatro è sempre stato quasi fisiologico: le maestose geometrie delle trame, le costruzioni dei personaggi, lo stile secco e realista, sono tutti elementi che hanno contribuito a renderlo uno dei più grandi noiristi italiani, ma che hanno pure reso i suoi testi adatti ad essere rappresentati davanti ad un pubblico.
Il mondo non mi deve nulla non fa eccezione e le parole del testo anelano ad uscirne e ad essere recitate La stessa copertina, che mostra il divano bianco di Lise nella semioscurità, in attesa dell’entrata di Adelmo, pare un “invito” alla scenografia.
Dopo le quattro staffilate al cuore de Le vendicatrici, scritte con Marco Videtta, Carlotto ci regala questo testo veloce e raffinato, dolente elegia dei naufraghi della vita e amara riflessione sui nostri tempi bastardi.
Guarda il booktrailer de Il mondo non mi deve nulla di Andrea Melis su Youtube
Massimo Carlotto e il suo Il mondo non mi deve nulla saranno i protagonisti della serata-evento di sabato 29 marzo Sugarpulp a Teatro! L’epopea noir di Massimo Carlotto al Teatro Filarmonico di Piove di Sacco (ore 21.00, ingresso gratuito)