Il predestinato, di Alessandro Nardone, una spy-love-crime story al tempo del Datagate. Buoni contro cattivi e in mezzo la libertà di tutti noi.
Titolo: Il predestinato
Autore: Alessandro Nardone
Editore: Youcanprint
Pagine: 332
Prezzo: 16€
Siamo tutti controllati. Bella novità, penserete, a dirlo al mondo intero ci aveva già pensato Edward Snowden con il Datagate scoppiato l’anno scorso.
Ma cosa pensereste se i dati raccolti dal progetto Prism, ossia ciò che ha scatenato lo scandalo sui media di tutto il mondo e utilizzato dal governo degli Stati Uniti per spiare governi e civili, fossero le armi utlizzate in una “guerra” interna alla stessa intelligente americana?
Un qualcosa di estremamente contorto e terrificante, ancora più pericolo delle informazioni svelate dall’ex collaboratore della CIA.
Tutto ciò è lo sfondo del nuovo libro di Alessandro Nardone, Il predestinato (Youcanprint, 2015), una storia dove realtà odierna e lobby segrete si mescolano in un’avventura da action movie.
Il protagonista è Alex Anderson, giovane rampollo della politica americana e figura emergente del partito repubblicano, impegnato nella campagna elettorale (Sua? Per cosa? Del partito? Nel libro non si capisce molto) nella sua California.
Un giorno, però, viene contatta da Maggie, una vecchia amica d’infanzia avvolta da un fitto alone di mistero: gli dice che è in pericolo ma non da chi.
Nel giro di pochi giorni, Alex, il suo amico Matt e la giornalista Veronica Hates (che decide, quasi magicamente, di lanciarsi tra le sue braccia dall’oggi alla sera) si ritrovano immersi in una oscura spy-story dove di mezzo c’è l’interesse nazionale, un destino già segnato e un gruppo terroristico di hacker, campeggiato dal malvagio Chuck Dillinger, alias Edward Snowden.
Pian piano, la storia recente, dall’11 settembre a oggi, e quella dello stesso Anderson si mescolano e danno forma a un disegno sempre più chiaro. Fatto da chi?
Nardone è riuscito a creare un libro avvincente e che si fa leggere con piacere, trascinando il lettore nel “dietro le quinte” dell’intelligence statunitense, con i suoi sofisticatissimi sistemi di spionaggio a tratti fantascientifici.
Il tema del Datagate è sicuramente un’occasione ghiotta da raccontare per qualsiasi scrittore e giornalista, ma è grande il rischio di cadere in polpettoni retorici del tipo “è-sbagliato-spiare-le-persone” o “gli-USA-sono-brutti-cattivi-e-antidemocratici”.
L’autore quì non ha avuto problemi: non molto velatamente, appoggia la politica di controllo informatico, sotto il costante allarme antiterrorismo.
È una posizione che forse non tanti sosterrebbero e soprattutto non dipingerebbero Snowden come un pazzo, pronto alla rivoluzione 2.0.
Ma è la tesi che Nardone porta avanti per tutto il romanzo, fin dalla scelta del protagonista (un ricco repubblicano, stereotipo classico di chi asseconda una politica simile, ma fin troppo pensieroso per essere americano) e attraverso i dubbi che lo stesso si pone nel corso dell’avventura.
Tralasciando la storia d’amore che lo coinvolgerà, ciliegina sulla torta che poteva anche non esserci, Alex diventa il prototipo di politico del futuro: in gamba, con la battuta pronta, ricco e idealista.
E pronto a spiare il proprio vicino di casa…