L’IPO si attestava a 26$ poi Twitter è schizzato a 46$. Segno inconfutabile che il mercato ha deciso e Dorsey ha vinto. Viva l’algoritmo, Gramellini fai bei sogni!

Molte analisi si rincorrono ma una sovrasta tutte e ci deve far riflettere, Jack Dorsey entra nella storia come il suo corrispettivo e giovanissimo Mark Zuckerberg. Loro la storia l’hanno scritta veramente, a suon di scalpello binario (01110011 01100011 01100001 01101100 01110000 01100101 01101100 01101100 01101111) cambiando il nostro modo di interagire e agire. Sia chiaro, Twitter è sotto di almeno 140 milioni di dollari e senza neppure una finalità di business ancora delineata, misteri del capitalismo qualcuno potrebbe dire… io dico che Jack è un grande.

Ma Dorsey è anche un grande lettore, Woolf su tutti, dimostrando che non solo di codice e finanza (ha raccolto 18 miliardi sulla piazza del New York Stock Exchange) si vive. Anzi prima di tutto vi è stata la giusta interpretazione di un’esigenza, l’interazione tra soggetti è ancora l’aspetto principale del nostro essere.

Se Dorsey ha potuto fare tutto questo, ricordiamoci che già da tempo si è lanciato nel progetto Square abbandonando il cinquettame, il merito è dovuto in parte all’aspetto sinergico culturale d’interpretazione logica e algoritmi. Interpretazione derivata da una passione per la lettura a tutto tondo, studio di algoritmi per lo sviluppo del software, insomma due passioni che ne fanno un vincente.

Anche Jon Kleinberg, mio coetaneo, è uno interessato all’algoritmo e come Jack Dorsey un genio nel suo settore. Jon studia da anni, prima con il MIT ed ora con la Cornell University, l’applicazione di algoritmi alle dinamiche sociali (l’ho fatta breve), interazione, probabilità, ecc…

Tante cose uniscono Jack e Jon ma una su tutte l’arroganza di Gramellini. Nel suo Buongiorno (fatevi del male) ha deliberatamente asserito delle sonore cazzate senza nemmeno la fatica di documentarsi. Se lo avesse fatto avrebbe scoperto che Kleinberg non sviluppa “algide formulette” e non è nemmeno uno degli ultimi arrivati. Ecco questo mi fa tanto italietta decadente dove le scienze sono considerate la feccia e non uno strumento culturale di emancipazione… quella di Jack per esempio. Pregiudizi da intellettuali salottieri rimasti indietro di cento anni, che tristezza.

Se vi state chiedendo se mai ci potrà essere un Dorsey in Italia la risposta è no, il motivo risiede proprio nei mille, diecimila Gramellini che insidiano le nostre, le vostre vite senza capire nulla del contemporaneo. Viva l’algoritmo, Gramellini fai bei sogni! PS. Non ho nulla di personale contro il sig. Gramellini, di cui peraltro apprezzo gli scritti, ma utilizzo solo la sua contemporaneità come fulgido esempio, a mio parere, di “errore culturale italiano”.