Il recinto delle capre di Lorenzo Mazzoni ci presenta la seconda indagine dell’ispettore Malataesta, lo sbirro anarchico

Il recinto delle capreTitolo: Il recinto delle capre
Autore: Lorenzo Mazzoni (testo) e Andrea Amaducci (illustrazioni)
PP: 130
Editore: La Carmelina Edizioni
Prezzo: Euro 9,00

Se credete che gli ispettori di polizia siano tutti uguali, allora non conoscete Pietro Malatesta, lo sbirro patafisico nato dalla penna del ferrarese Lorenzo Mazzoni e genialmente illustrato da Andrea Amaducci.

Ispettore della squadra Investigativa di Ferrara, Malatesta è uno sbirro anarchico e individualista che si trova più a suo agio con la gente di strada che con i suoi stessi colleghi, cosa che spesso lo porta ad un passo dalla sospensione da parte del Commissario.

Ha poco più di quarant’anni e un passato alle spalle che con la vocazione per entrare nella polizia c’entra poco o niente: ex teppista, testa calda ed ex ultrà della Spal. La sua situazione familiare è incasinatissima, vive con la moglie, con il compagno della moglie, con un figlio di ventidue anni che si appassiona all’integralismo islamico e con la vecchia madre che coltiva e fuma marijuana.

Malatesta è un uomo sincero che non ama l’ipocrisia della società in cui vive e della gente che gli sta attorno, tanto che la cosa che più lo fa incazzare del suq (come lui chiama la Questura), dove si reca ogni giorno in bicicletta, è il cinismo diffuso, il pregiudizio e la grettezza che pervadono l’ambiente della polizia e, in fondo, della città di Ferrara.

Dopo Nero Ferrarese, libro che segnò l’esordio ufficiale dell’Ispettore e del suo aiutante Gavino Appuntato, con Il recinto delle capre i due poliziotti ritornano in un noir pieno di emozioni. Due settembre, Ferrara.

Nel luogo dove un tempo vi era un recinto con delle caprette che facevano la gioia di tutti i bambini della città, ora viene rinvenuto il cadavere di un uomo riverso a terra con una siringa conficcata nel braccio. Il fatto ha tutta l’aria di un normalissimo decesso per overdose e con questi termini verrebbe archiviato dalla polizia se Malatesta non riconoscesse in quell’uomo uno degli amici più cari della sua giovinezza, tale Cuccu da Masi Torello.

Convinto che si tratti di un omicidio, l’Ispettore viene a sapere dalla Scientifica che oltre all’eroina, nel sangue della vittima viene trovato anche del veleno per topi. Così decide di far luce sulla vicenda e si dedica totalmente al caso.

Le indagini sono difficili e fuorvianti, ma investigando Malatesta scopre che la data e il luogo del delitto corrispondono esattamente alla data e al luogo di un’altra morte avvenuta diversi anni prima. Ma in una Ferrara nera e malinconica, tra partite della Spal, ricordi dei “tempi del teppismo”, tossicomani, cliniche di recupero, rapporti familiari improbabili, clandestini e costruttori edili senza scrupoli, Malatesta con l’aiuto fedele di Gavino Appuntato, riuscirà a risolvere il caso e far arrestare il vero e inaspettato assassino dell’amico.