Michel Fiano è volato a Milano per assistere alla presentazione de Il sangue è randagio con il maestro James Ellroy

Il sangue chiama il sangue e se il sangue è randagio, si sa: lo sugarpulpiano doc è attratto come un vampiro a digiuno da secoli che si vede aprire la bara da una verginella rosea e paffuta. Sì, perché per leggere Il Sangue è Randagio ho dovuto aspettare quasi dieci anni, ecco perché ho attraversato buona parte dello stivale per accorrere al richiamo.

Mi preme precisare una cosa: ammiro Ellroy ma non tutta la sua produzione. È quanto scritto nei primi due capitoli della Underworld USA Trilogy che risulta oggettivamente epocale, imprescindibile.

Presenzatione a Milano de Il Sangue è Randagio

Quanto ha ereditato il NIE dalla prosa di Ellroy anche se ritmi e contesti non sono apparentabili? Avremmo goduto dei primi due capitoli della Trilogia Sporca dell’Italia di Simone Sarasso senza American Tabloid?e Sei Pezzi da mille? Non a caso Simone ha mutuato dai primi due masterpieces ellroyani un indimenticabile personaggio: Pete Bondurant, una delle figure più nere ed importanti della crime fiction di tutti i tempi, l’uomo sul campo, il risolutore, l’infiltrato tra gli introdotti, l’onnipresente.

Don Winslow ci avrebbe intrattenuti con il suo ­- apprezzatissimo da Ellroy ­- Il Potere del Cane? E De Cataldo avrebbe scritto Romanzo Criminale?

Ma passiamo all’evento che si è tenuto al teatro Litta di Milano, stracolmo. C’erano i vertici Mondadori, molti scrittori, tra i quali Antonio Scurati, Alessandro Bertante, Giuseppe Genna, Simone Sarasso, Andrea G. Pinketts.

A tenere a bada “The Dog” sul palco, Giancarlo De Cataldo, trepidante ed emozionato di fronte al suo autore preferito.
Master James è apparso per tutta la durata dell’evento imperturbabile, non ha quasi accennato ad un sorriso, era serafico ma non del tutto pacato: suck & fuck sparati a ripetizione hanno profanato la sala del Litta.

Alcuni commenti a caldo dei presenti:

«Mentre lui faceva le dalie nere io coglievo le margherite» (Andrea G. Pinketts)

«Ellroy ha detto cose spaventose, gigantesche, manichee, degne del tragico e non dell’epico, assolute, eschilee – vibrando fonicamente una prosodia tantrica occidentale. Adesso inizio il libro – abnorme». (Giuseppe Genna)

«Prima di levare le tende mi son fatto autografare il libro da Master James e gli ho regalato una copia di Confine di Stato. Ha voluto l’autografo pure lui… robb de matt» (Simone Sarasso).

Presenzatione a Milano de Il Sangue è Randagio

Del libro per ora non anticipo nulla, ricordo solo che l’autore l’ha definito una storia sull’importanza della rivoluzione e sul cambiamento delle cose in cui si crede; il capitolo più bello, quello meglio riuscito. Penso sia più facile vedere Giulio Mozzi che incensa Moccia che Ellroy parlar male di ciò che fa.

Tocca affrontare il tomo, ci siamo. Per American Tabloid e Sei Pezzi da Mille ho usato dei fogli formato A4 sui quali prendere appunti e mappare l’intrigo, questa volta mi sa che mi avvarrò di fogli formato A3: ho letto le prime trenta pagine in aereo e vi assicuro che il ritmo non è cambiato; stare dietro al Pitbull non sarà facile ma so che arrivato a pagina 859 avrà termine un viaggio leggendario, iniziato nel 1958, nel quale i luoghi oscuri dell’esistenza umana sono rappresentati in modo magistrale.

Tutti i chilometri fatti per stringergli la mano cosa sono a confronto di questo viaggio?