In memoriam. Valerio Evangelisti. Un ricordo dello scrittore bolognese, che ha saputo anticipare i temi della fantascienza e della pop literature.
Gotico e avventura, fantascienza, pulp, oltre che i generi letterari e fumettistici più disparati. Valerio Evangelisti è stato uno scrittore italiano, scomparso nella primavera del 2022; in passato, alla luce della sua versatilità, la critica letteraria lo ha collocato nel filone del New Italian Epic, corrente che intendeva restituire dignità alla fiction speculativa, specie sulla scorta estera di Stephen King e del suo monumentale ciclo de La torre nera, versione originale del fantasy, contrapposto a quello medievaleggiante e ripetitivo.
L’Inquisitore
Evangelisti, dal canto suo, era autore Urania a partire dal 1994, di formazione politologica, e non letteraria come molti suoi colleghi, e proprio la sua formazione lo ha spinto a ripercorrere le tracce dell’Inquisitore dominicano, di origini aragonesi, Nicholas Eymerich (realmente esistito nel Trecento).
Eymerich è un personaggio assai stimolante: Evangelisti lo utilizza come critica ai sistemi precostituiti, ma pian piano il carisma inquietante di quel peculiare uomo di Dio ha sedotto lo stesso Autore, il quale vi ha trasfuso alcune sue particolarità biografiche, tra cui il fastidio per il contatto fisico, iniziando dunque a provare simpatia per quel carattere storico e umano. Se consentita un’osservazione personale, chi scrive comprende perfettamente tale processo: confesso di aver sempre creato personaggi detestabili, per i quali infine ho provato un barlume di simpatia.
Tornando al nostro Autore, ad effetto farfalla, come si fosse nella teoria del caos (ma a distanza di secoli), le azioni crudeli del dominicano iniziano a mostrare i propri effetti, dal momento che nei romanzi dedicati a Nicholas / Nicholau, la fantascienza assume ampio spazio, rispetto al contesto storico medievale: numerosi conflitti bellici e catastrofi si verificano in un lontano futuro, proprio a causa di alcune decisioni scellerate assunte nel passato dal protagonista.
E ciò si verifica tanto nel ciclo seriale dei romanzi, quanto nei racconti, quale ad esempio la suggestiva novella che apre Metallo urlante (Einaudi, 1998).
Una rivalutazione critica
Evangelisti era appassionato di musica metal e di origini politiche dei fenomeni sociali, tanto che ha redatto saggi di politologia e numerose altre saghe narrative, dedicate alla descrizione della nascita dei movimenti sindacali (tanto statunitensi quanto italiani e, in particolare, romagnoli).
Una poco conosciuta parte della sua produzione è dedicata alla critica letteraria, e in ispecie l’Autore si è dedicato alla cosiddetta narrativa di genere, che aderisce come tale a tematiche e posizioni precise in punto di filosofia estetica (il fantastico, il rosa, il conturbante, l’avventuroso, eccetera).
Nella trilogia di saggi nota con il titolo di Alphaville, Evangelisti effettua una disamina arricchente circa il tema della pedagogia e dell’accrescimento interiore cui sono votati i lettori di romanzi di fantascienza, Storia, eccetera; la passione per questi generi tradisce un desiderio interiore di viaggiare con la fantasia, di creare e vivere immaginari, di formarsi una cultura extra-accademica, per così dire.
Altro testo divulgativo particolarmente interessante è Day hospital (2013), che è il racconto della malattia che affliggeva l’Autore, ma è anche un diario della sua vita quotidiana, delle sue passioni cinematografiche, letterarie, televisive e culturali.
Buona lettura.