INDIE COMICS. Independent Comic Book Publishers, l’editoriale di Matteo Strukul dedicato al fumetto indipendente USA per Sugarpulp MAGAZINE.
Desideravo farlo da un pezzo: stanco fino alla morte di fumetti Marvel e DC, a mio parere ormai alla frutta in termini di storie e innovazione, con buona pace della Casa delle Idee, mi sono chiesto perché non dedicare la mia attenzione a ciò che negli ultimi anni ha tenuto viva la mia passione per il fumetto americano.
La risposta è una sola: gli editori indipendenti.
Correva l’anno 1992…
Da quando la Image si costituisce, mettendo insieme personalità del calibro di Rob Liefeld, Todd McFarlane, Erik Larsen, Marc Silvestri, Jim Lee, Whilce Portacio e Jim Valentino è passata un’era geologica. Parliamo del 1992.
Ma quel modello fa scuola sotto almeno due aspetti fondamentali: la possibilità di creare nuove storie e personaggi per gli autori, che ne mantengono i diritti, e la ripartizione dei profitti accettando il rischio d’impresa. Semplificando al massimo, nasce da qui il concetto di Creator Owned e cioè del fumetto originale, nuovo, per il quale gli autori detengono tutti i diritti. L’editore è una realtà costituita dai medesimi scrittori e artisti che vendono attraverso i negozi specializzati i propri nuovi fumetti.
È una rivoluzione. Così, invece di lavorare perennemente in modalità “work for hire” – letteralmente lavoro su commissione – su property già esistenti o licenze – da L’Uomo Ragno a Batman – i nuovi autori possono finalmente misurarsi con proprie creazioni.
Una ventata di freschezza
Da qui deriva una ventata di freschezza per il mercato e sulla scia del successo dei fumetti Image – il numero 1 di Youngblood di Rob Liefeld vende qualcosa come 930.000 copie e Spawn 1 di Todd McFarlane oltre 1.700.000 – non solo etichette prestigiose già esistenti come Dark Horse potenziano la produzione di fumetti originali – la casa editrice di Milwakee ha da poco pubblicato Sin City di Frank Miller con risultati esaltanti – ma nuove realtà riescono ad affermarsi negli anni, cambiando gli equilibri di mercato.
Dovremo aspettare il 2003 con la bomba The Walking Dead di Robert Kirkman e Tony Moore, pubblicata sempre da Image, per assistere a qualcosa di altrettanto devastante. Non a caso, all’interno di Image, Kirkman ha poi scelto di fondare una propria etichetta indipendente e partner studio di Image, Skybound Entertainment, che ora pubblica tutto il suo materiale e quello di una serie di altri autori.
La nuova generazione INDIE
Nel frattempo, altre case editrici indipendenti hanno ritrovato smalto o si sono formate ex novo. Fra le prime Boom!Studios che ha espresso in questi anni il nuovo grande fenomeno di Something is Killing the Children la serie horror di James Tynion IV e Werther dell’Edera che proprio quest’anno si è portata a casa due premi Eisner o dell’ancor più recente BRZRKR che ha visto scendere in campo direttamente Keanu Reeves, autore della storia e del personaggio, anch’essa bestseller clamoroso dell’ultima stagione.
Fra le seconde citerei almeno Aftershock che ha dato dalle stampe di recente l’horror Maniac of New York di Elliott Kalan e Andrea Mutti o Mad Cave Studios con Nottingham di Dave Hazan e Shane Connery Walk che rilegge in chiave noir la leggenda di Robin Hood mettendo lo sceriffo al centro di una fosca e sanguinaria vicenda medievale, con tanto di Serial Killer.
E poi AWA che sta raccogliendo nelle proprie fila, fra gli altri, autori come Jason Starr, Christa Faust e Victor Gischler i quali, pur essendo noti come romanzieri che già avevano lavorato per Marvel, possono ora scrivere le proprie storie, liberi da qualsiasi vincolo creativo.
Insomma, il mondo del fumetto americano indipendente è davvero pieno di sorprese e stupende realtà emergenti, e vede sempre più spesso coinvolti grandi disegnatori italiani: per queste ragioni, voglio parlarvi di questo mondo molto poco raccontato, tenendo d’occhio le uscite più interessanti e, da scrittore, raccomandandovi certe imperdibili letture.