Intervista a Eraldo Baldini e Barbara Baraldi
Halloween 2009 è alle porte, ho pensato fosse una buona scusa per intervistare, e rubare indebitamente tempo prezioso, a due famosi scrittori del brivido. Mi sono quindi armata di carta e penna, dire tastiera e monitor non fa lo stesso effetto, e ho bussato all’ indirizzo e-mail di Eraldo Baldini e Barbara Baraldi. Eraldo Baldini è il maestro del gotico rurale, l’artefice di indimenticabili incubi cartacei e il coinquilino del gatto Liverani… il felino più famoso di Facebook. Tra i tanti lavori di Eraldo sbuca fuori un saggio (non fatevi trarre in inganno, saggio non sta per vecchio barbuto e un tantino noioso) dedicato ad Halloween (Halloween. Nei giorni che i morti ritornano, Eraldo Baldini e Giuseppe Bellosi, Einaudi 2006). Insomma, lui è uno che ne sa… ed è stato così gentile dal raccontarmi qualcosina.
ERALDO BALDINI
Sfatiamo un mito, Halloween è solo un’americanata?
Eraldo: “Tra tutte quelle che nel mondo globalizzato imperversano, paradossalmente quella relativa ad Halloween è l’americanata… meno americanata che ci sia. Nel senso che ovviamente è una tradizione nata anticamente in Europa, portata in America dagli emigranti. In Italia, almeno fino all’Ottocento ma in alcune zone anche oltre, un tempo, nei giorni dal 31 ottobre all’11 novembre, con il clou di Ognissanti e Giorno dei Morti, tutto l’apparato celebrativo che oggi indichiamo con un nome anglosassone era presente e seguito, con tanto di zucche, racconti horror, questue, eccetera, come insieme a Giuseppe Bellosi ho ampiamente illustrato in un libro del 2006, “Halloween”, edito da Einaudi.”
Siamo profondi conoscitori di mostri stranieri, dalle gobbe di Nessie alla permanente dello Yeti, sembra quasi che l’Italia sia priva di spaventose creature. Credi che la Borda sia indignata da questo fatto?
Eraldo: “Certamente sì. In effetti il folklore e l’immaginario collettivo italiano è ricchissimo di personaggi spaventosi, collocati tra naturale e soprannaturale, che aspettano di essere conosciuti meglio anche attraverso il lavoro di scrittori di narrativa. I vari vampiri transilvani e lupi mannari nordici la Borda se li mangia a colazione…”
Nei tuoi libri lo spavento nasce dal quotidiano, devo iniziare a guardare con sospetto i miei vicini di casa?
Eraldo: “Certo, cosa c’è di più terribile dei vicini di casa?”
Qualcuno consiglia di nascondere i gatti neri nel periodo di Halloween, o, al limite, di tingerli. Come nasce questa insana passione mefistofelica? Se i miei vicini fanno gli occhi languidi ai miei felini noir, devo chiamare la protezione animali o l’esorcista?
Eraldo: “Mah, è una delle tante bufale che sono nate per contrastare il successo di una festa di cui ci siamo riappropriati, e che ha colmato un vuoto: quello che vedeva ormai i bambini e i giovanissimi orfani di un loro ruolo protagonista in manifestazioni di tipo folklorico. Ci sono tanti nemici di Halloween, ed è una inimicizia che di solito nasce dalla non conoscenza, da un approccio pregiudiziale e soprattutto superficiale.”
Nella tua lunga carriera di scrittore hai fatto spaventare un sacco di gente. Ti diverte saperti causa dei nostri incubi notturni? Se volessimo ricambiare la cortesia, quale mostruosa creatura dovremmo farti trovare sullo zerbino di casa?
Eraldo: “Sono io per primo a divertirmi nel provare un certo tipo di brivido, e spero di coinvolgere in questo i miei lettori. A farmi trovare cose non proprio gradevoli sullo zerbino di casa ci pensa già Liverani, il mio gattone, che quotidianamente ci espone bisce, topi, eccetera, cioè il frutto della sua caccia.”
Se ti dico triciclo, pensi alla Chicco o a Shining? E’ più facile creare la paura su carta o su pellicola?
Eraldo: “Penso a Shining, ovviamente! La paura che viene dalla pellicola è magari più immediata, ma non può eguagliare quella che viene dalla lettura, perché il lettore può darle volto e valenza soggettive, personali: insomma, può evocare il proprio incubo peggiore.”
Il 31 ottobre festeggeremo Halloween travestiti il più orribilmente possibile. Ci daresti il tuo consiglio da esperto per una maschera diversa dalle solite?
Eraldo: “Io sono d’accordo con Stephen King: mi impressionano soprattutto i travestimenti da clown… pensate ad It!”
BARBARA BARALDI
Sulla stessa lunghezza d’onda sembra essere anche Barbara Baraldi, la Fata Turchina del gotico italiano. Barbara Baraldi, narratrice di favole nere, nasconde un segreto… quello del nocino. Immagino non mi svelerai la ricetta, ma puoi spiegami il come e il perché di quella fiaschetta?
Barbara: Intanto parliamo del nocino contenuto nella fiaschetta. Si tratta di una ricetta speciale tramandata di generazione in generazione. Lo preparo con le mie mani, come da tradizione, la notte del 23 giugno ovvero la notte di San Giovanni, considerata la notte delle streghe. Si dice che sia curativo e abbia innumerevoli virtù. Unica certezza: può essere d’aiuto prima di una presentazione per infondere coraggio, soprattutto se si è timidi ed emotivi come la sottoscritta.
Una scrittrice di pianura, che gira nel modenese a piedi e in bici, si diverte a confezionare barchette con qualsiasi cosa le capiti a tiro. Diciamo quindi che la notte di Halloween è arrivato un bastimento carico di paure. Quali sono le prime tre che sbarcano?
Barbara: La paura del buio che tutto nasconde o a volte svela. La paura dei suoni che accarezzano la notte come rasoi affilati. La paura dei sogni da cui a volte non ci si riesce a destare.
Le bambole fanno parte della tua vita. Temute ma collezionate, finite in alcuni tuoi lavori, da “La bambola dagli occhi di cristallo” (Il Giallo Mondadori presenta n. 9) a “Le bambole non uccidono” (Bad Prisma, Epix Mondadori). Prima o poi la Mattel ci proporrà una Barbie Barbara? E quali saranno gli accessori in dotazione a questa piccola Baraldi da collezione?
Barbara: La Barbie Baraldi sarebbe nero vestita con unghie lunghe e smalti intercambiabili dal “nero incubo” al rosso intenso. Sarebbe vestita in stile dark/gotico e come accessori avrebbe un piccolo pugnale insanguinato, una mini bambola gotica come portafortuna e un set di libri da leggere. Potrei aggiungere l’immancabile vecchio portatile con cui scrive le sue storie e una collezione di film di genere. E la fiaschetta di nocino? La stavo quasi per dimenticare.
Il tuo libro “La casa di Amelia” (Perdisa Pop, 2009) è ambientato nel ferrarese. Pensi che in quella zona ci sia stato un rincaro degli immobili infestati da oscure presenze?
Barbara: Sicuramente sì. Per chi volesse affittare uno di questi immobili, oltre all’oscura presenza, troverà inclusa nel prezzo una copia de “La casa di Amelia”.
Notando che Windows ha scelto la rassicurante dicitura “live” per il nuovo messenger, viene da chiedersi se Bill Gates abbia letto “La collezionista di sogni infranti” (Perdisa Pop, 2007). Le chat sono piene di mostri, come hai sapientemente narrato nel tuo libro, oppure sono più pericolose le riunioni di condominio?
Barbara: “La collezionista di sogni infranti” parla dei pericoli che si possono trovare nel web tra cui il rischio di perdere la propria identità tra avatar modificati e una vita dove i problemi possono essere messi a tacere semplicemente indossando una maschera virtuale. Tuttavia, mai sottovalutare la pericolosità di una riunione di condominio!
I tuoi libri sono zeppi di elementi musicali e di richiami alla cinematografia. Una canzone e un film da consigliarmi per la notte di Halloween?
Barbara: Consiglio la canzone “Enjoy the silence” dei Depeche Mode, da ascoltare durante le silenziose e nebbiose giornate autunnali. Come film abbraccio le atmosfere ferraresi con “La casa dalle finestre che ridono” di Pupi Avati. Uno dei film più spaventosi di sempre.
Dolcetto o scherzetto?
Barbara: Sicuramente dolcetto. Sono golosissima. Dolcetti di zucchero, cioccolata fondente e per il mio Halloween non mancherà il salame al cioccolato preparato con la ricetta di mia madre. Buonissimo e rinvigorente; ne bastano due fette e torna il buon umore.
Infine, come per la precedente intervista, un consiglio da esperta: il travestimento più spaventoso da indossare a Halloween.
Barbara: Se siete donne potreste travestirvi da Amelia, la moderna principessa gotica con l’abito macchiato di sangue. Per quanto mi riguarda mi fanno paura i pagliacci. Se vedo un pagliaccio scappo a gambe levate e questo prima ancora di aver letto “It” di Stephen King.