Intervista a Richard Godwin a cura di Giulia Mastrantoni per Sugarpulp MAGAZINE
Richard Godwin è uno scrittore inglese. Laureato in Letteratura Inglese e Americana, ha insegnato al King’s College London e pubblicato diversi romanzi; è anche un poeta e drammaturgo. Pronti per saperne di più su di lui?
L’intervista a Richard Godwin
Cambi spesso l’ambientazione dei tuoi romanzi e inventi trame molto creative, ma tutti i tuoi protagonisti conservano alcune caratteristiche comuni. Quanto ti riconosci in Bertrand Mavers, Dale Helix e Jack?
Beh, Frank Castle, il protagonista di Apostle Rising, è un poliziotto ormai stanco, come anche l’ispettore capo Jackson Flare in Mr. Glamour, ma Rex Allen di One Lost Summer è un protagonista molto diverso, più figo, e alienato dalla vita, se si esclude la compagnia della bellissima Evangeline Glass. Paris Tongue, gigolò e protagonista di Noir City, è un caso a sé, come Jack in Confessions Of A Hit Man. E Bertrand Mavers o Dale Helix, sebbene entrambi potenzialmente parte di un esperimento, uno terapeutico, l’altro totalitario, sono diversi: Bertrand è il killer mentalmente sano in un mondo impazzito, e Dale è discutibilmente normale. Non mi riconosco in nessuno di loro.
Il tuo terzo romanzo, One Lost Summer, parla di ricatto e molestie. Cosa ne pensi del ruolo delle donne nella nostra società?
One Lost Summer parla di queste tematiche ma anche di identità e del mondo voyeuristico in cui viviamo. La tua domanda si riferisce al fatto che Rex Allen sviluppa un’ossessione per Evangeline Glass e la ricatta con un gioco di ruolo, nel quale lei deve essere Coral. Il ruolo che lei ha all’interno del suo matrimonio è quello di essere la “cosa da mostrare” per un marito possessivo e dominatore, Harry.
Ma, nonostante le manipolazioni di Rex, Evangeline con lui scopre la libertà. Lui capisce quel lato di lei che non può essere espresso nell’ambito del suo matrimonio e che il gioco di ruolo porta alla luce. Le permette di respirare. Il ruolo della donna in Inghilterra o in Italia è molto diverso da quello, diciamo della Cina o della Giordania. Ci sono differenze sia in come la donna viene percepita che nelle pari opportunità. So che le donne hanno stipendi più bassi in molti campi, ma sono molto più libere di quanto non fossero due secoli fa. Penso che il modello patriarcale non sia morto e mi sembra divertente parafrasare quello che Frank Zappa disse a proposito del jazz (“Il Jazz non è morto, ha solo un odore un po’ curioso” ndR).
Apostle Rising è il tuo romanzo più “cattivo”. Da dove viene l’ispirazione?
Parli senz’altro dei modi in cui il killer uccide, letteralmente crocifiggendo i politici. C’è una sottostoria nel romanzo che parla di un uomo, Karl Black, che potrebbe essere il responsabile delle stragi di Woodland. Mi ha ispirato il fatto che i politici siano universalmente odiati. Il romanzo è stato tradotto in varie lingue e quest’anno uscirà in Slovenia. L’editore ha detto che non poteva credere che nessuno avesse pensato di creare un serial killer che uccidesse i politici, considerato quanto sono odiati in Slovenia. Il killer ha conquistato il cuore di elettori ormai disillusi, ed è ancora sulla cresta dell’onda. Il seguito verrà pubblicato a breve.
La seduzione ricopre un ruolo importante nei tuoi romanzi, ma in Noir City è addirittura il centro di tutto. Quanto pensi siano importanti le relazioni tra i personaggi? Costruisci attorno a questo le tue trame?
È vero, la seduzione gioca un grande ruolo in molti miei lavori. Mi interessa il desiderio, nel modo in cui Foucault lo ha analizzato, il desiderio che è usato per controllare le popolazioni. Disse che non c’è seduzione nella pornografia. Come autore, per me è importante che la seduzione nei miei romanzi ci sia. Paris Tongue è un seduttore navigato, fa buon uso dell’atmosfera. Le relazioni tra i personaggi mi sembrano vitali, il cuore pulsante di una buona storia. I personaggi e la loro storia sono la base, poi c’è la trama; oltre ad avere relazioni tra loro, i personaggi hanno anche relazioni con se stessi: in One Lost Summer, Rex ed Evangeline non sono solo coinvolti sentimentalmente, ma scavano nelle loro identità, Rex soffre di perdita di memoria e Evangeline scopre di essere connessa a Coral.
Paranoia and The Destiny Programme è scioccante; creare un nuovo genere sembra sconvolgente. Cosa ne pensi dell’identità di genere?
È un romanzo distopico sul totalitarismo, la paranoia e l’ingegneria sociale in un mondo dove è impossibile discernere la verità. Dale Helix, il protagonista, è convinto di essere rapito da un misterioso gruppo di governanti, The Assembly. Dice di essere stato programmato per uccidere. Potrebbe essere paranoico o dire la verità. L’idea di base è che in un futuro totalitarismo vi sia un link tra despoti e serial killer, che tentano di creare il dittatore perfetto che possano controllare. Un governo di un gruppo, ci sono dei paralleli con la struttura politica odierna.
Mi interessano le connessioni genetiche e psicologiche tra serial killer e dittatori: penso che un serial killer possa essere un mancato politico o che un dittatore sia un serial killer politicamente di successo che può far uccidere altri per sé. Mi piacerebbe leggere più romanzi con una dittatrice donna; non ne conosco, in effetti. Se la società è strutturata in questo modo e sembra incapace di pensare altrimenti, rispondendo più a fondo alla tua domanda di poco fa, in una società paritaria avremmo dei dittatori donna. Nel mio romanzo si vuole creare un nuovo genere. Immagina un genere nella società con delle date esigenze: quanto sarebbe facile controllarlo? Penso che l’identità di genere come la intendiamo noi sia una questione biologica, ma anche di condizionamento culturale.
Pensi che le tematiche di un romanzo dovrebbero essere legate all’attualità?
Definiscimi “attualità”. Vuoi dire le notizie? Vero o falso che è un uomo è stato arrestato di recente per aver mangiato il volto di una donna alla luce del sole in strada in America? Vero. Era sui giornali. Se leggi della pazzia che c’è in giro nel mondo e ti basi su quella, stai pur certa di poter scrivere praticamente qualunque cosa.
C’è un romanzo che vorresti aver scritto?
Non la penso proprio così, ma direi quello di Dostoyevksy, Delitto e Castigo. È psicologico e culturale, molto profondo. Ma scrivo quello che scrivo e penso sia sbagliato pensarla così: ereditiamo una storia letteraria e dobbiamo raccontare le storie che dobbiamo raccontare nelle nostre culture odierne.
Grazie per le risposte e per l’interessante chiacchierata. Aspetto con ansia il nuovo romanzo!
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