Giulia Mastrantoni ha intervistato per Sugarpulp Paolo Barbieri, il boss delle illustrazioni, in libreria dal 21 Ottobre con Fiabe Immortali.
L’idea di rivisitare le fiabe “classiche” in chiave dark e di raccogliere brevi testi ed immagini in un libro, Fiabe Immortali – Illustrazioni di Paolo Barbieri, è stata l’ultima geniale trovata di Paolo Barbieri, già conosciuto per aver disegnato le copertine di Clive Cussler, Umberto Eco, Wilbur Smith, Alberto Angela e Licia Troisi.
Dopo obiettivi così straordinari, di certo era impossibile fermarsi lì: nel 2011 Barbieri diventa un autore “completo” con Favole degli Dei, un libro di cui crea testi ed illustrazioni rivisitando la mitologia greca e i suoi affascinanti quanto emblematici personaggi.
Dopo L’Inferno di Dante illustrato da Paolo Barbieri e L’Apocalisse illustrata da Paolo Barbieri, la cosa più naturale da fare era continuare la scalata verso un successo che sembra aver deciso di accompagnare l’autore lungo tutta la sua carriera. E allora curiosiamo nella mente creativa di Barbieri…
Intervista a Paolo Barbieri
Quali fiabe e favole leggeva da bambino? Ma, soprattutto, chi gliele leggeva? Anche lei aveva il rituale fisso della “favola della buonanotte”?
Quando ero piccolo il rituale fisso prima di andare a letto era Carosello, almeno fino a che è durato, e poi sono passato ai film (alla fine degli ’70, inizio ’80, i film cominciavano verso le 20.30, orario umano e perfetto a differenza delle programmazioni attuali). Quindi l’idea “romantica” della fiaba che diventa ninna nanna per me è sempre rimasta tale. Mia nonna si divertiva a leggermi di pomeriggio alcuni libri tratti da cartoni animati Disney (Gli Aristogatti, Pablo il pinguino freddoloso etc), cartoni animati che per me sono rimasti per anni quasi leggenda perché per un motivo o per l’altro non riuscivo mai a vederli. Per quanto riguarda la lettura ero follemente innamorato dei Quindici, un’enciclopedia storica in cui c’era un volume interamente dedicato alle fiabe.
Se fosse un bambino oggi e potesse scegliere tra giocare con il tablet la sera e la fiaba della buonanotte, cosa sceglierebbe?
Non ho mai particolarmente amato giocare con i videogiochi, e quando ho provato mi sono annoiato velocemente (forse perché ero una schiappa o chissà). Magari alternerei tra una fiaba e un bel film.
Quando e come le è venuta l’idea di rivisitare graficamente le fiabe?
Dopo aver realizzato per Mondadori gli ultimi due libri illustrati (L’Inferno di Dante e L’Apocalisse), avevo bisogno di “staccare” cercando in una direzione meno drammatica, e l’idea delle fiabe è scaturita quasi automaticamente, forse proprio per bilanciare due libri in cui i temi conduttori erano distruzione e disfacimento. Dopo qualche schizzo e disegno, ho proposto l’dea alla casa editrice che ha accettato il progetto.
Da cosa parte quando progetta un disegno, una copertina, un’illustrazione?
Semplicemente da uno schizzo, che poi arricchisco con pennellate veloci a cui di volta in volta aggiungo i particolari. Il procedimento cambia quando entrano in gioco le copertine, dove spesso occorre seguire le indicazioni fornite dalla casa editrice (brevi estratti dei romanzi, idee di editor e art director, proposte degli stessi scrittori). Per i libri illustrati ho una maggiore libertà: leggo i testi selezionati e decido istintivamente quale può essere il miglior soggetto da rappresentare.
Quali consigli darebbe a una negata del disegno come me?
Il consiglio migliore è quello di disegnare tanto (o almeno provarci con soggetti semplici e adeguati alle “capacità”personali).
E quali suggerimenti darebbe a chi invece sa e vuole disegnare?
Sempre lo stesso, disegnare tanto.
Cosa ne pensa dei fumetti? Ha mai pensato di rivisitare in chiave gotica un fumetto per bambini, magari Topolino?
Ho adorato Gea di Luca Enoch e Dylan Dog (che ha plasmato non poco il mio immaginario dark di inizio anni ‘90); il fumetto è un’arte che unisce segni e parole in un’unica poesia, e indubbiamente ha la capacità di parlare ad un pubblico molto ampio e variegato, utilizzando un’infinità di temi generazionali. Per quanto riguarda la seconda domanda non ho mai pensato a rivisitazioni dark di fumetti per bambini, almeno per ora.
Come capisce se un progetto è “quello giusto”?
Mi lascio guidare dall’istinto, come faccio per le singole copertine. Una volta messo insieme le idee propongo il progetto al mio editor con cui si discute per capire quali possano essere le idee migliori. Spesso un buon progetto diventa tale quando c’è un’intera squadra di lavoro che mi supporta durante l’intero procedimento. I preziosi consigli che ho ricevuto in questi anni hanno arricchito molto il mio bagaglio professionale, e di questo non posso che ringraziare l’intero reparto di Mondadori Ragazzi/Mondadori adulti.
Il suo mantra nei momenti in cui le illustrazioni sembrano venirle tutte sbagliate?
A volte butto il foglio e ricomincio, a volte mi fermo, e a volte continuo a disegnare fino a che non arriva l’dea giusta.
E l’ultima domanda non solo la faccio, ma rispondo anche! Prossima tappa? Lucca Comics&Games 2014 con la presentazione il 1 Novembre alle 11.45 nella Sala Ingellis di Fiabe Immortali – Illustrazioni di Paolo Barbieri.