Intrigo italiano, la recensione di Federica Belleri del nuovo romanzo di Carlo Lucarelli che segna il ritorno del commissario De Luca.

Intrigo italiano, la recensione di Federica Belleri del nuovo romanzo di Carlo Lucarelli che segna il ritorno del commissario De Luca.Titolo: Intrigo italiano
Autore: Carlo Lucarelli
Editore: Einaudi
PP: 216

Grande ritorno del commissario De Luca, primo personaggio creato da Carlo Lucarelli. Il suo rientro a Bologna, durante il periodo natalizio fra il 1953 e il 1954. La sua fatica a riabituarsi a quel dialetto così musicale e solare, che aveva disimparato vivendo a Roma. La sua aspettativa dal corpo di polizia, a causa di un marchio impresso a fuoco dal giudizio della legge e degli uomini, vittime del fascismo.

De Luca parla e sorride poco, ha scarso appetito e soffre di insonnia. Il suo unico vizio? Troppi caffè, che gli procurano sempre un forte mal di stomaco.

Bologna sta cercando di rialzarsi nel caos del dopoguerra. In città i quotidiani parlano di comunismo e guerra fredda, di vecchia e nuova Dc, di spionaggio e brillantina Linetti, di amari e motori ruggenti. I giornali costano 60 lire e accennano un’apertura alle calze da donna e alla cura della sua bellezza.

Si parla di jazz e del Festival di Sanremo, si formano i primi gruppi di anticonformisti. Curioso l’ingresso di unguenti balsamici e di pomate per i geloni. La periferia invece, è da ricostruire. Le macerie del conflitto sono ancora visibili, i quartieri sopravvissuti sanno di densa povertà, ma la forza di chi li abita si percepisce nella solidarietà, magari davanti a un bicchiere di buon rosso o a un piatto di rane fritte.

Il commissario deve occuparsi della morte di una donna, Stefania. Avrà modo di ritrovare in se stesso sentimenti come l’affetto e la gelosia, e sensazioni come l’imbarazzo e l’insicurezza. Consulterà le carte relative all’indagine scritte a macchina dai suoi ex colleghi, leggerà la relazione della Mobile e del medico legale, guarderà numerose fotografie in bianco e nero. Il suo interesse primario sarà però legato all’osservazione, alla perlustrazione con occhio critico e alle impressioni di chi per primo è arrivato sul luogo dove è stata ritrovata la donna uccisa.

Questo giallo basato su indizi, prove più o meno tangibili, depistaggi e trappole, nasconde angoscia, rabbia e paura. Perché chi spia è controllato, e troppe sono le cose, secondo De Luca, che non tornano. Il delitto perfetto non esiste, spesso si commettono errori banali perché ci si sente minacciati. Chi lavora in incognito come il commissario, è costantemente in pericolo. Ed è terribile non riuscire a realizzare se stessi, quando non si conosce il proprio senso di appartenenza.

Intrigo italiano, un giallo da fiutare e da scoprire. Due tempi diversi, legati ad un brutto avvenimento, che si allineano in un punto preciso della storia. Scrittura ottima, che lascia il giusto respiro ai dialoghi. Finale perfetto, per un’indagine “quasi” perfetta. Buona lettura.