Io non sono come voi di Italo Bonera, finalista al Premio Urania, racconta una storia di violenza, vendetta e disperazione. Come vivere in mondo distopico in cui la Giustizia è ingiusta?
Titolo: Io non sono come voi
Autore: Italo Bonera,
Editore: Gargoyle Books
PP: 247
Prezzo: 14.90 euro
Quando ti hanno tolto tutto, resta solo la Vendetta: Io non sono come voi è la storia di un professore che si trova in un mondo dove la Giustizia è ingiusta e il Potere è in mano alla feccia, un’estrema evoluzione della situazione attuale.
Solo allora i buoni possono diventare i peggiori elementi che si riescano a immaginare. Un altro successo per Gargoyle Books, un romanzo finalista al Premio Urania.
«Anche oggi vegeto», il protagonista, immerso in quello stato di torpore che circonda le membra prima della fuga, prima di essere un «dispensatore di punizioni sproporzionate», prima di diventare un «demone» assassino, un giustiziere implacabile nelle maglie fallaci della Totaldemocrazia, riapre gli occhi respirando l’aria «appesantita dalle onnipresenti particelle in sospensione» della Brescia del 2056.
È un insegnante lui, un «profe» docente di un corso sulla Storia del Novecento, un essere tranquillo, avulso alla violenza: la sua vita cambia quando, complice una guardia troppo zelante nella sua xenofobia, difende i diritti di un immigrato.
Tre anni d’inferno lo attendono nel corpo speciale dei Terziari, l’alternativa al carcere per oltraggio a pubblico ufficiale: qui, l’«alieno del cazzo» riuscirà a salvare più volte la sua pellaccia, diventando un professionista delle armi, un nuovo pericolo per la società.
Tutto sembra essersi concluso con il congedo ma ecco che Vimetti, il gendarme causa scatenante della rissa verbale, si presenta a casa sua con il chiaro scopo di ucciderlo, per vendicarsi della situazione che l’ha portato ad essere degradato dalla sua carica.
L’omicidio per legittima difesa è inevitabile, l’insegnante, vittima dei soprusi di un avvocato negligente, di un giudice di parte e di un burocrate paragonabile a uno «scarafaggio» da schiacciare «sotto il calcagno come una cimice» non può riprendere la sua vita normale: è un boccone amaro da mandare giù, lo aspetta la galera.
Nelle «volute di fumo» di un’«esistenza veloce e turbinosa» il protagonista, senza nome, si trova a doversi nascondere dopo la fuga in un quartiere malfamato, un mondo a parte, ma grazie al supporto dell’ex compagno Markus e della sua donna, Nadjia, dalla «pelle, dal culo stupendo» – anche se non si capisce bene di chi sia poi la donna – riesce ad avere le spalle coperte in quello che è un proposito di vendetta incredibile, ammazzare chiunque abbia causato la sua situazione attuale.
In un «racconto che sta per terminare» non ci sono risposte, solo tanta violenza in grado di spiazzare, con un’intensità di emozioni, anche nei rapporti carnali, che avvinghia il lettore, consapevole che quello che sta vivendo è un fuori zona, un estremismo preoccupante, per riflettere sul percorso che il consumismo ci porta ad affrontare, una banalità del male che si serve di giornaliste che si vendono al migliore offerente in cambio di notizie, di connubio tra polizia e politica corrotta e di megaschermi che centellinano la volgarità della televisione nella mente delle persone, azzerando loro ogni capacità di critica.
Leggi l’intervista di Camilla Bottin a Italo Bonera su Padovando