L’ira di Venere, la recensione di Federica Belleri del nuovo romanzo firmato da Piergiorgio Pulixi.
Titolo: L’ira di Venere
Autore: Piergiorgio Pulixi
Editore: Cento Autori
PP: 336
Piergiorgio Pulixi per la prima volta nella sua carriera di scrittore, pubblica un’antologia dedicata all’amore e alle sue mille sfaccettature.
Venti storie brevi che hanno il sapore del romanzo noir, come pugnalate dritte al cuore, che toccano temi importanti e di estrema attualità.
I protagonisti si perdono nei ricordi vissuti, dolorosi e difficili da scordare. Pagano per le loro colpe, ingannano e amano. Amano e uccidono.
Pulixi si sposta dalla ferocia come arma di protezione, alla dolcezza di una bimba che riposa. Dalla gelosia al tradimento. Dal sesso torbido all’amore puro. E ancora, dallo sfruttamento della prostituzione all’immigrazione clandestina. Dalla disabilità alla tortura.
Compare in un racconto la figura di Biagio Mazzeo, poliziotto che adotta volentieri le scorciatoie della giustizia. Importante è invece il filo conduttore di alcune di queste storie, Carla Rame. Commissario di polizia in grado di utilizzare intuito e professionalità, attacco e difesa nel giro di pochi attimi. Una donna sensibile quindi, ma dalle mille risorse.
L’autore scrive in modo diretto, lasciando il respiro del lettore in sospeso, ferendo quando è necessario. L’amore non risparmia nessuno, quando si trasforma e distorce la realtà. Non appartiene ad un genere specifico, quando si ribella e si vendica.
L’amore malato non ha età e può essere ricco o povero, non ha importanza. Può presentarsi sotto falso nome e attendere nell’ombra, in silenzio …
Mille emozioni e sensazioni. Una raccolta che mantiene alta l’attenzione e la tensione. Assolutamente consigliata.