Italian Sharia filtra l’evidente impegno sociale dell’autore attraverso una scrittura spesso evocativa, segnata da un’inquieta, raffinata, vena poetica
Titolo: Italian Sharia
Autore: Paolo Grugni
PP: 203
Editore: Perdisa Pop
Prezzo: Euro 14.00
2009. Nei giorni immediatamente successivi alla morte di Michael Jackson, un anonimo addetto stampa toscano, impiegato, di sera, come professore di italiano per immigrati, resta scioccato dalla morte della giovane Amina, giustiziata nel bel mezzo di Prato per non essere stata una “buona musulmana”.
Convinto di aver incontrato la ragazza proprio il giorno del delitto e colpito da un immotivato (ma apprezzabile) senso di colpa, l’uomo decide di interrogare alcuni conoscenti: scopre così di essersi imbattuto non in Amina, ma in Zahra, sorella maggiore della vittima, misteriosamente scomparsa in seguito all’omicidio.
Secondo le fonti, la ragazza potrebbe essere stata ricondotta in Marocco contro la sua volontà, per essere giustiziata in nome della “Sharia”, la legge sacra dell’Islam.
Deciso a salvarla, il professore parte alla volta di Marrakech, ma il buon esito del viaggio è tutt’altro che garantito…
Raccontato in prima persona e al presente secondo lo sguardo (empatico) del professore, illuminista nell’assunto teorico – la religione, violenta superstizione “istituzionalizzata”, è sempre “troppa”, e troppo dura a morire -, “lusografo” nelle scelte tipografiche – niente virgolette a segnalare i dialoghi e poca punteggiatura, pochi punti di fine frase; solo qualche rientro che diviene elemento stilistico, come in certa letteratura post-coloniale d’origine portoghese -, Italian Sharia filtra l’evidente impegno sociale dell’autore (la dedica a Hina Saleem e Sanaa Dafani – due volti “veri”, resi tragicamente noti dalla cronaca, che si confondono in una folla di anonime vittime del fanatismo religioso- trasferisce la verità, il valore, del testo al di fuori del mondo fittizio del racconto) attraverso una scrittura spesso evocativa, segnata da un’inquieta, raffinata, vena poetica.
E il risultato, che si muove con agilità tra provincia italiana e metropoli marocchine, tra scuole di periferia e isolati centri di detenzione, tra falsa tranquillità da villette residenziali e tetro squallore di cadenti case popolari, è un piccolo tesoro rabbioso e dolente, realistico e lirico, straniante e quotidiano; un testo semplicemente indimenticabile.
[…] stile è quello elegante, a tratti iperbolico, di Italian Shaaria, ma qui c’è più spazio per i personaggi, per lo svolgersi della trama, per i dialoghi. […]