Jurassic World – Dominion sarà il sesto film della saga creata da Spielberg. Claudio Mattia Serafin fa il punto su uno dei franchise di maggior successo nella storia del cinema.
L’anno prossimo, giugno 2022, uscirà nelle sale Jurassic World: Dominion, ultimo capitolo della trilogia di Jurassic World e, in assoluto, dell’esalogia giurassica di Steven Spielberg e Michael Crichton. Scopriamo insieme misteri e origini preistoriche…
Terminate le riprese dell’ultimo film della saga, la curiosità è alta, come per ogni conclusione degna di questo nome.
Sicuramente gioca un ruolo fondamentale in questa attesa il ritorno dei tre protagonisti dei film originari (Alan Grant – Sam Neill, Ellie Sattler – Laura Dern e il professor Malcolm di Jeff Goldblum che è già comparso brevemente nell’ultimo film, Il regno perduto), personaggi molto amati per la qualità interpretativa e per la caratterizzazione psicologica: il paleontologo (ispirato al reale Jack Thorne) e la paleobotanica, esploratori vintage e forse legati da qualcosa di più dell’amicizia, e il matematico dallo sguardo realista e ironico, che riesce a spiegare caos ed equazioni attraverso esempi concreti e battute a raffica.
Dinosauri in fuga?
Della trama del film in uscita non si sa praticamente nulla, ma si può immaginare che sarà collegata alla fuga dei dinosauri sulla terraferma (rischio scongiurato in passato, ma che ora si è definitivamente verificato) e alle cattive intenzioni del dottor Henry Wu (B.D. Wong), scienziato esperto di clonazione, membro dell’originaria equipe di John Hammond all’inizio delle vicende: Wu ha ormai venduto le sue competenze al mercato nero.
Effettivamente, la saga cartacea originaria è stata concepita dal celebre scrittore statunitense Michael Crichton, scomparso prematuramente nel 2008, il quale ha scritto di suo pugno i primi due capitoli, Jurassic Park e Il mondo perduto (editi in Italia da Garzanti, come tutti gli altri suoi libri), mentre da quel punto in avanti le scelte narrative sono state affidate a sceneggiatori e registi (Jurassic Park III, Jurassic World, il già menzionato Jurassic World – Il regno perduto).
I romanzi, che all’epoca venivano definiti techno-thriller o anche fantascientifici, si configurano come libri talmente densi che molte delle idee avveniristiche di Crichton sono state poi recuperate nella scrittura dei film successivi, o anche di alcuni segmenti di essi.
Lo scrittore era solito infarcire tutti i suoi testi di complicate teorie scientifiche (era un medico), molto stimolanti per il lettore, ottimamente documentate, tanto che ogni romanzo inizia con un prologo che funge da dichiarazione d’intenti e termina con una nota di commento e un’ampia bibliografia a corredo della narrazione e dei fatti illustrati.
L’uomo può davvero fare tutto?
In Jurassic Park e nel suo seguito, Crichton decide di mettere in bocca molte delle sue teorie e molto del suo scetticismo etico nei confronti della scienza allo stesso personaggio di Ian Malcolm, allampanato scienziato vestito tutto di nero, che giustamente sottolinea più volte che il semplice fatto di poter fare qualcosa non comporta necessariamente il dovere di compiere detto gesto.
Il mancato arresto della volontà di potenza, tanto devastante sul versante medico, scientifico e biologico, è poi affrontato nello svolgersi della trama, in particolare con la pericolosa fuga dei dinosauri (clonati) carnivori e le conseguenti vittime umane.
La saga ha avuto un successo così clamoroso proprio perché negli anni Novanta del secolo scorso Crichton ha restituito splendore alla figura del dinosauro, fino a quel momento disegnato in modo vago e soprattutto privo di una sua componente comportamentale; a ciò poi si è aggiunta l’esperienza di Steven Spielberg come regista di film d’avventura, con forti aspetti sentimentali, familiari, emozionanti, tutte caratteristiche che per certi versi si sono perse nel cinema dei decenni successivi.
Addirittura lo stesso Crichton, in alcune interviste video rilasciate in occasione della promozione dei film, come anche nei suoi stessi scritti, ha affermato che il dinosauro è sì figura terrificante (nel suo essere di fatto un rettile), ma che ricorda negli infanti la figura di un genitore protettivo (per le sue dimensioni spropositate: il padre e la madre sono enormi agli occhi di un bambino di pochi anni).
Da tutto ciò si può desumere che Crichton, come anche Spielberg, non si limitasse a narrare una storia, ma che amasse anzitutto evidenziarne la disciplina scientifica sottostante. Non a caso, egli è stato autore di ottimi saggi divulgativi, quali ad esempio Viaggi o Casi di emergenza, contraddistinguendosi dunque come autore di thriller dalle solide basi culturali.
Sebbene i suoi romanzi e in specie Jurassic Park possano dunque inserirsi nel filone contemporaneo dei romanzi d’azione / avventura (di cui oggi sono celebri rappresentanti James Rollins, Matthew Reilly, Steve Berry), è probabile che il fascino per il mistero e l’esaltazione per le azioni e la sapienza dei personaggi rendano tali saghe realmente universali, onnicomprensive, nel senso che appassionano, e non poco, tanto i giovanissimi quanto i fruitori di tutte le età e di ogni fascia culturale e sociale.
La buona divulgazione narrativa, archeologica e via dicendo, infatti, non soffre mai di elitarismo ed è anche probabile che tenda a fornire un numero tutto sommato contenuto di stimoli e informazioni: sta poi al singolo decidere di approfondire, o soltanto di divertirsi. Magari andando a visitare un’isola del Costa Rica…!