Killshot è senza dubbio uno dei romanzi più belli di Elmore Leonard.
Titolo: Killshot
Autore: Elmore Leonard
Editore: Einaudi
PP: 321
Prezzo: 18,00
Come ha giustamente osservato qualcuno, Elmore Leonard non è sempre stato all’altezza della sua fama. D’altra parte, la sua smisurata produzione narrativa ha riservato quasi sempre ai lettori romanzi di buon livello, cui vanno ad aggiungersi alcuni capolavori e qualche passo falso.
Ebbene, giusto per fugare subito i dubbi, con Killshot stiamo esplorando il forziere dei suoi tesori più preziosi. Un’opera livida, capace di animarsi d’improvvise esplosioni di violenza, una scrittura – quella di Leonard – che tratteggia in modo perfetto una lingua di terra fra Stati Uniti e Canada che se ne rimane a sonnecchiare all’ombra dei boschi dei Grandi Laghi.
La galleria di personaggi viene affrescata con un’attenzione, una cura, una sensibilità rara e affascinante. Il killer Armand “Blackbird” Degas è forse fra le figure più misteriosamente inquietanti dell’intero genere noir.
Quel suo essere un meticcio giusto a metà tra franco-canadese e pellerossa rimanda alla grande tradizione americana, quella di Mark Twain per esempio, quando il personaggio è così profondamente vero da balzare letteralmente fuori dalla pagina.
E cresce, in questo senso, l’attesa di vedere come un attore di straordinario talento come Mickey Rourke saprà rendere – nel film girato da John Madden e ormai approdato anche nella nostra Italietta – un uomo tanto complesso e pericoloso: taciturno, spietato, ma con un fondo di canagliesca simpatia in grado di renderlo agli occhi del lettore uno dei personaggi per cui tifare.
Al suo fianco Richie Nix, un giovane psicopatico, fuori controllo, che perde troppo spesso il conto delle sue vittime. E poi ci sono i Colson. La coppia a cui Blackbird e Nix danno la caccia. Wayne: un uomo duro, risoluto, solido, un marito con una buona percentuale di maschilismo nelle vene, fanatico per la caccia al cervo.
E sua moglie Carmen, che sa quello che vuole, che non ha paura, fino a quando non conosce una nuova dimensione di orrore, in grado di far sprofondare le certezze di una vita.
Magistrale è poi la capacità di Leonard di costruire trame che nascono quasi per caso ed arrivano un po’ alla volta ad attorcigliarsi su se stesse fino a rompere gli argini e a travolgere i protagonisti.
Efficacissima l’ambientazione: cupa, densa, brumosa, ammantata di claustrofobica angoscia, con un Canada silenzioso e annegato nell’acqua e nel verde dei boschi, il fangoso Mississippi che striscia sinuoso lungo il Missouri, i luoghi comuni della provincia americana, lontana dallo sfavillare delle skykine delle grandi città ma non per questo meno insidiosa, selvaggia, pronta a scattare come la coda di un rettile se ne viene alterato il delicato equilibrio.
Originariamente pubblicato nel 1990 e uscito solo ora per Einaudi, magari anche per catturare la scia schiumosa del film con Rourke tornato ormai da tempo ad una popolarità da star, “Killshot” si rivela come uno dei romanzi più belli di Elmore Leonard, complice la traduzione ricca e policroma di un Luca Conti sempre più sugli scudi, capitano letterario di un genere come il noir che, anche grazie a Einaudi, in Italia si sta togliendo più di una soddisfazione.
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