Klaus – I segreti del Natale è uno dei migliori film d’animazione degli ultimi tempi, un must watch che dovrebbe entrare a buon diritto tra i classici natalizi per famiglie. La recensione di Matteo Marchisio.
Ultimamente per un film il vero miracolo di Natale, sembra sia evitare di sprofondare nel minestrone indigeribile di banalità glitterate e buoni sentimenti un tanto al chilo.
Klaus – I segreti del Natale è uno dei migliori film d’animazione degli ultimi tempi, un must watch che dovrebbe entrare a buon diritto tra i classici natalizi per famiglie. Si tratta di una produzione spagnola capitanata da Sergio Pablos e diffusa da Netflix.
Ha raggiunto un punteggio di +94% su Rotten Tomataoes, dimostrando che l’aggregatore di opinioni più potente del web incontra il giudizio di critiche internazionale: nel 2019 Klaus ha vinto a man basse gareggiando contro competitor d’animazione come Toy Story 4, portandosi poi a casa un BAFTA e una candidatura all’Oscar per miglior film d’animazione nel 2020.
Klaus, la storia
Jesper Johansson è il figlio annoiato e mollaccione del direttore delle Poste Generali, spedito nella lontana Smeerensburg, un’isola ghiacciata modellata sull’immaginario dell’Inghilterra del XIX secolo. I patti sono semplici: se riuscirà a gestire l’avamposto postale più sperduto del regno, smistando in un anno almeno 6.000 lettere, potrà ritenersi sollevato da ogni responsabilità per godersi le fortune di famiglia.
Nel cuore del paesino devastato da una faida familiare che distrugge ogni emozione positiva, Jasper incontrerà Klaus, un giocattolaio ritiratosi nei boschi e una maestra sul punto di perdere lo spirito dell’insegnamento.
L’atmosfera natalizia serpeggia tra le scene come l’insieme di tutte le cose buone che mancano, ma arrivano in un finale corale, perfetto per inumidire gli occhi quel tanto che basta davanti a una comunità che ritrova coesione e le ferite nell’animo dei protagonisti che iniziano a cicatrizzarsi.
La figura di Santa Claus impersonata dal giocattolaio torreggiante evoca appena il background classico, svestendolo della magia collegata ai poteri di quel San Nicola dotato di renne magiche e ubiquità, in favore di un boscaiolo annientato da una perdita terribile, mordendo al cuore gli spettatori e spingendo l’acceleratore sull’immedesimazione delle mamme e papà al cinema.
Un must per grandi e bambini
Klaus è un viaggio di 98 minuti che riempie gag infantili per il pubblico più piccolo in sala, con la certezza che una vita meschina e priva affetto conduca a un pantano morale e umano che distrugge ogni cosa. Non per nulla nel paesino di Smeerensburg finché tutto ruota intorno a faide familiari e ripicche tra vicini di casa, lo sguardo incontra solo casse di pesce marcescente, barche in secca, reti strappate e occhiate torve.
Oltre alla trama delicatissima, l’estetica dei fotogrammi trasmette tutto il fascino del vecchio immaginario di cartoni old style prodotti da mano umana, rifiniti in post produzione da un labor limae in CGI.
Il risultato sono ambientazioni levigate e morbide, che richiamano lo stile dei primi prodotti Disney ma sospinti dalla potenza del digitale, perfette per rapire e trasportare in un mondo in cui, come dice Klaus in una lettera a Jasper “A un atto di bontà corrisponde sempre un altro atto di bontà”.