Kobane Calling, di Zerocalcare

Kobane Calling, la recensione di Giulia Mastrantoni per SugarpulpTitolo: Kobane Calling
Autore: Zerocalcare
Editore: Bao Publishing
Pagine: 270
Prezzo: 20, 00 euro

La recensione di Giulia Mastrantoni

Kobane Calling è il nuovo libro di Zerocalcare. L’ho adocchiato allo stand Bao Publishing al Salone del Libro di Torino e, innamorata di Ogni maledetto lunedì su due, ma, soprattutto, colpita dalla copertina, che prometteva avventura a fiotti, l’ho acquistato. La coda per l’autografo con dedica è stata infinita, ma neanche troppo. Nell’attesa, ho letto le poche informazioni che la quarta di copertina riportava: la storia era basata realmente su un viaggio a Kobane. Certa che la lettura sarebbe stata all’altezza delle aspettative, ho porto il mio libro a “Zero”, emozionata e colpita dal suo modo di fare spontaneo. Lui è una persona esilarante e eccezionale, che ha firmato centinaia e centinaia di autografi, domenica a Torino. Solo per questo, ha la mia stima.

Non paga di essermi beata della vista della mia dedica con la scritta: «Ciao Giù!», ho deciso di seguire la sua presentazione all’Arena Bookstock. È stata fantastica. “Zero” è stato in Turchia, durante un primo viaggio, poi in Iraq e, infine, in Siria. Appoggiandosi a associazioni umanitarie, ha potuto scoprire il Kurdistan vero, quello che non ci viene raccontato dai media e che, per amore della sincerità, seppure con un po’ di imbarazzo, potremmo anche ammettere di non conoscere. Il Rojava, ad esempio, sapete cos’è? Io non lo sapevo. Un po’ perché non è un termine ricorrente negli articoli che ci vengono proposti dai giornali, un po’ perché il famoso “informarsi approfonditamente e autonomamente” vorrebbe dire andare a scavare a fondo in ambiti complicati e certamente non facilmente accessibili a una ragazza di 23 anni. Come si può anche solo pensare di cercare di capire qualcosa della questione curda in Siria, se non si è guidati da qua lcuno che ne conosca a fondo la storia, le ragioni e la cultura? Non è un’impresa facile, affatto.

“Zero”, dal canto suo, ha preso a cuore il “problema” dell’emigrazione e si è costantemente informato su ciò che accade nella loro patria. In questo libro compie l’immane sforzo di spiegare in modo semplice, diretto e sincero, partendo assolutamente dalle basi, quello che sta accadendo in Siria. Kobane, luogo meravigliosamente umano e disumanamente bombardato, è solo una delle tappe dei viaggi di “Zero”. La guerra si rivela essere non un conflitto religioso, come è spesso descritto, bensì un rivendicare il proprio diritto all’esistenza, un tentativo, forse impari, ma certamente tenace, di proteggere i confini del proprio Paese dall’ISIS e dai jihadisti. È una battaglia, insomma, che dovremmo avere tutti a cuore, perché riguarda uno dei principi su cui l’umanità si basa: la libertà.

Lucidità e ironia si mescolano in flash back, brevi digressioni storiche e scene dall’umanità indescrivibile. Un libro che porta a commuoversi, a voler fare qualcosa della propria vita, a nutrire rispetto per tutti quegli “immigrati” che arrivano in Italia senza una patria, una famiglia o un futuro. Un libro che combatte il razzismo, i pregiudizi, l’ignoranza. Una lettura meravigliosa che non si può terminare d’un fiato, perché fa male dentro, ma che non si vede l’ora di poter ricominciare a leggere.

Una meraviglia a fumetti che descrive appieno il 2016, in tutta la sua intolleranza, le sue incomprensioni e i suoi flussi migratori. Da leggere con il cuore e con il cervello. Ma, soprattutto, da leggere.