E’ il momento dei vampiri. Non c’è niente da fare. E quello del diavolo, dei fantasmi, delle streghe, dei morti viventi. Insomma dell’horror, del gotico e dell’occulto. Entrare nelle librerie peggio che avere stampato sul soffitto della propria camera da letto la faccia di Calderoli e di La Russa o ascoltare la canzone del Principe (stasera sono pigro e mi sa che l’ho già sfruttata). Un brivido ci corre lungo la schiena passando tra file di copertine con ali di pipistrello, artigli sanguinanti, teschi paurosi, volti mefistofelici armati di corna. Un ritorno all’infanzia, all’uomo nero (c’è anche questo) che mi teneva un anno intero e per me era già lunga la settimana da passare con la Befana (brrrrr!!!). Ricordi dolorosi quando da imberbe ragazzetto dovevo passare lungo il corridoio buio che portava al gabinetto, di corsa come un centometrista con la pelle d’oca, ma gonfiata davvero, mica per modo di dire, e la pisciarella pronta a schizzar fuori extra water se non beccavo il pisello al momento giusto. Che palpitazioni! E che pisciate…

C’è di tutto e di più in questa rinnovata linfa creativa. Butto giù qualcosa così a caso che mi viene meglio (sono disordinato per natura). C’è Mirta-Luna che abita la sfera dei sovramorti e per vivere deve pasteggiare carne umana; Anita ha impressi due marchi (come a dire due nature), quello dei vampiri e quello dei lupi mannari; Julia e Valentina vanno ad abitare a Londra nella casa ereditata dalla zia Elisabeth mai conosciuta, morta a 44 anni che è un fantasma. E ancora, a proposito di carne umana, c’è un demone al centro di un libro la cui eroina innamorata deve sacrificargli parti del proprio corpo attraverso un rito particolare (Povere eroine innamorate! E sempre di mascalzoni…).

Ragazzetti che incontrano il diavolo, apparizioni perverse, possessioni, esorcismi, epidemie che ti trasformano in zombie e chi più ne ha più ne metta. Scene angoscianti perfino nella raccolta di dieci racconti di Joe. R. Lansdale Altamente esplosivo, Fanucci 2010, (tradotto dal nostro Luca Conti) dove impera il grottesco e l’assurdo, l’horror con l’atmosfera di attesa e terrore, i fantasmi, i lupi e i vampiri che ti saltano addosso. Si ripescano racconti piuttosto vecchiotti in Nero Natale, Einauri 2009, di A.A.V.V. e anche qui non manca l’ultimo saluto dei lupi alla padrona morente e demoni imbestialiti che attaccano perfino Babbo Natale perché stufi di vedere bambini felici per i suoi regali (non c’è più religione). Una intera antologia di tredici racconti (notare il numero) Bloody Hell – Storia di demoni e di angeli, anche questa di A.A.V.V. a cura di Igor De Amicis e Mauro Smocovich, Demian 2009, è dedicata in larga parte al Male della tradizione, a quello “straniero”, a quello che è dentro ognuno di noi e si trova pure il Cattivo spallato che non ne può più di fare, appunto, il cattivo (un po’ di humour non guasta mai).

E’ l’ora delle magioni di campagna avvelenate da malefici, di ville maledette immerse nelle foreste, di sepolcri che si aprono, di cimiteri che ululano, di morti che non sono poi tanto morti, tra l’altro pure incazzati neri e vendicativi. E’, insomma, l’ora del vampiro che ha fatto la fortuna, per esempio, di Charlaine Harris, la scrittrice americana che ha inventato Southern Vampires, il ciclo di romanzi tutto vene giugulari e denti in fuori.

Da ragazzo a leggere queste storie mi veniva la tremarella, ma oggi tutto quanto mi fa sorridere. La paura è roba da omuncoli, da allocchi, da cacasotto. I vampiri, i fantasmi, i demoni. Ma fatemi il piacere! direbbe Totò. Esistono solo nella fantasia malata di molliccioni perditempo. Un momento, sento uno spiffero d’aria che viene dalla finestra del mio piccolo studio. Si è aperta improvvisamente e non vorrei prendere un raffreddore. Ora la chiudo e… aaaaaaaaaahhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!