L’uomo dei dadi di Luke Rhinehart non lascia scampo: penserai anche tu di tirare un dado e lasciar decidere a lui, una volta o l’altra

L’uomo dei dadiTitolo: L’uomo dei dadi
Autore: Luke Rhinehart
PP: 511
Editore: Marcos y Marcos
Prezzo: Euro 17.00

In libreria L’uomo dei dadi ti attira con una copertina lisergica, da bad trip in pieno stile anni ’70. Poi leggi la quarta di copertina e capisci che è davvero la storia di un bad trip, questo libro, anche se gli acidi c’entrano poco o niente.

Luke Rhinehart (il nome del protagonista non a caso coincide con quello dell’autore) è un affermato psicanalista newyorkese lucido e razionale, stimato da amici e colleghi.

Ha una moglie stupenda, due figli adorabili e una condizione finanziaria invidiabile. Una vita placida e desiderabile, insomma, tra sedute psicanalitiche a sadomasochisti e pedofili, affetti familiari e ricerche accademiche sulla libertà sessuale.

Una vita che, però, gli appare un inutile intrico di banalità e false certezze. Una sera, al termine di una partita a poker con la coppia di amici Jake ed Arlene, Luke lancia un dado: se esce uno, pensa, vado al piano di sotto e violento Arlene.

Lancia il piccolo cubo verde, e il dado si ferma proprio sull’uno. La vita del dottor Rhinehart da quel momento subisce una svolta, trasformandosi lentamente in una “vita a caso”.

Sorretto da paradossali speculazioni psicologiche e filosofiche, il protagonista inizia ad affidare le proprie scelte al capriccio del dado, che si trasforma in una vera e propria divinità da amare e rispettare. Non più semplice dado, insomma, ma grandioso e venerabile Dado, messaggero dell’onnipotente Caso.

L’assunto teorico è semplice: esasperando le teorie freudiane Luke descrive la mente umana come un accozzaglia di pulsioni in contrasto tra loro, imbrigliate dalla vita in società. L’unico modo affinché l’uomo realizzi se stesso è sfogare ogni pulsione, anche la più perversa, senza ascoltare il proprio ego sociale. Si tratta di uccidere la personalità, insomma, e il modo migliore per farlo è vivere a caso.

Il dottor Rhinehart agisce solo in base agli ordini del Dado: stila una lista di azioni possibili, associa ad ognuna di esse un numero, lancia il Dado e segue il suo ordine. Così, a seconda dei giorni e dei momenti, si trova a interpretare i ruoli di padre modello, omosessuale passivo, adultero recidivo, psicologo compito, fervente religioso, maniaco sessuale, cerebroleso con la bava alla bocca e terrorista.

Sottopone chiunque ad esperimenti al limite della violenza psicologica, perché il Dado lo costringe a provare odio o amore, indifferenza o passione nei confronti di chi gli sta intorno.

A livello professionale introduce il sesso con le pazienti come usuale terapia anche di gruppo, suggerisce a un violentatore di bambine di sfogare i suoi impulsi e arriva a proporre la Vita dei Dadi come modello sociale alternativo, opponendo all’uomo dotato di personalità l’Uomo dei Dadi, libero e felice nella sua vita a caso.

La speculazione teorica è esaurita in movimenti brevi ed ironici, e l’autore incentra il romanzo sulla narrazione delle avventure dello psichiatra. I novantasei brevi capitoli scorrono veloci, alternando esplosioni comiche e delitti raccapriccianti, sesso spinto e aneliti rivoluzionari.

Ridotto ai minimi termini, L’uomo dei dadi è quello che sarebbePaura e disgusto a Las Vegas senza la droga. Il dottor Rhinehart, omicida, marito fedele, psicopatico e serio professionista allo stesso tempo, è uno dei personaggi più significativi della letteratura contemporanea, perché condensa in sé gran parte delle angosce e dei desideri del nostro tempo.

In controluce al libro, uscito per la prima volta nel ’71 e riscoperto da Marcos y Marcos, si intravedono il decostruzionismo e il relativismo di quegli anni, figli di una società fortemente problematica e tendenzialmente dissociata.

Proprio la grande valenza letteraria e psicologica di questo libro, sempre in bilico tra follia e genialità, fanno dell’Uomo dei dadi un romanzo magnetico, che attrae il lettore in una vertiginosa caduta negli abissi della mente.

Se leggi le avventure di Luke Rhinehart non c’è scampo: penserai anche tu di tirare un dado e lasciar decidere a lui, una volta o l’altra.