Jerk ha letto La Ballata di Mila, romanzo d’esordio di Matteo Strukul. Un pulp per stomaci forti, con una fica in Red Dread – Mila – che risolve problemi.

La Ballata di Mila: un impasto di sangue e ossa cucinato da Mila Zago, eroina dura come roccia. La Ballata di Mila di Matteo Strukul, è roba forte. E buona.

“Via via che gli anni passavano la vendetta diventò la mia unica religione. Bruciai i rapporti umani, cancellai le parole, tirai giù le stelle dal mio cielo. A una a una. Quel senso che cercavo disperatamente nella vita era stato dilaniato. Dalla pigrizia colpevole di un giudice vigliacco, dall’avidità sanguinaria e bestiale degli uomini. Sarebbero venuti a chiedermi pietà in ginocchio”. (Matteo Strukul, La Ballata di Mila, Roma, edizioni e/0, collana Sabot/age, 2011, pag. 67).

E così, finalmente, ce l’ho fatta. Ho comprato e letto, anzi, divorato, “La Ballata di Mila”, il romanzo d’esordio di Matteo Strukul, poliedrico e pulsante scrittore, co-fondatore e animaccia di Sugarpulp (ma a voi, che leggete SugarDaily, che lo dico a fare?). Era da tempo che volevo buttarmi sulla prima avventura di questa donna d’acciaio creata dalla vivida immaginazione di Strukul e le aspettative non sono andate deluse: La Ballata di Mila è un libro che prende il lettore e lo porta nel turbine di sangue, schegge d’ossa, botte, torture, astuzie che l’uragano di Mila scatena da subito.

Fedele al manifesto e al decalogo di Sugarpulp Matteo Strukul ha costruito un romanzo pulp, molto pulp, che ha genomi americani trapiantati in Veneto; a Padova, per la precisione. La storia prende il suo abbrivio da vicende della cronaca criminale molto reali e poco romanzate: l’invasione della criminalità cinese nelle terre di nord est e il conflitto con la rude, pacchiana, criminalità autoctona. Da un lato Rossano Pagnan e la sua banda, un tipico criminale italiano in SUV e ipocrisia e, dall’altro, l’invasore della Triade, il freddo e saggio Guo Xiaoping. Tra loro, nutrita di pura e cruda vendetta s’insinua Mila Zago, il personaggio di cui ci s’innamora, creato da Strukul. Mila è un pezzo di fica stratosferica – fisico forgiato da snervanti esercizi, andatura felina, mente luciferina – allevata a pane, ginnastica e armi da suo nonno Gastone Zago, dopo che il padre venne ucciso. Da Rossano Pagnan. E Mila, con intelligenza mercuriale, mette i veneti e i cinesi uno contro l’altro.

Mila, infatti, non conosce altra ragione al di fuori della sua personale vendetta, tratteggiata nel libro in pagine di diario spesso intense e toccanti, nei confronti di criminali rozzi, stupidi e inumani. Che sia maneggiando una katana o due Colt .45, “Red Dread”, questo il suo nome di battaglia, e i suoi occhiali videocamera non lasciano scampo. Dietro di sé solo sangue e giustizia. La Ballata di Mila è un libro tosto, non adatto ai figli di mammola o a stomaci deboli. Ma, pur nell’apparente semplicità della trama, è un libro avvincente e scritto divinamente. La scrittura di Strukul è viva, carnale, fisica, tanto da ricordarmi in certi passi le sensazioni che mi ha dato la lettura del miglior James Crumley.

E poi La Ballata di Mila ha, in alcuni sprazzi, una capacità di analisi quasi antropologica di quella che è la nostra italietta. Quando Guo, una sorta di caporione della mafia cinese, traffica con il Presidente dell’Associazione delle Piccole e Medie Imprese di Padova, sforzandosi di parlare un italo-veneto impeccabile e quanto Pagnan, mentre macella un suo uomo che lo ha tradito, è interrotto dal Sindaco di un Comune a cui ha fatto del bene, emerge il lato peggiore della nostra società: l’impostura perbenista che corrode lo sviluppo civile di un paese.

Ecco quindi arrivare Mila che, senza pietà e per amor di Verità, rimette le cose a posto. Un libro da leggere, La Ballata di Mila; per gli amanti del genere e non solo, che anticipa – nel finale – la prossima avventura Europea di Mila, raccolta nel libro Regina Nera, nuovo lavoro di Matteo Strukul che, statene certi, non mi farò mancare. Burp!