La carne, la recensione di Corrado Ravaioli del nuovo romanzo di Cristò pubblicato da Neo Edizioni.
- Titolo: La carne
- Autore: Cristò
- Editore: Neo Edizioni
- PP: 168
Esiste una ricca letteratura sugli zombie, così come un’ampia filmografia al riguardo, inaugurata da George Romero con La notte dei morti viventi.
La carne, libro di Cristò tornato a nuova vita (scusate il gioco di parole) grazie a Neo Edizioni, si inserisce in questo filone portandolo a un livello nuovo e originale, stratificato e ricco di intuizioni, prima tra tutte un’inquietante aderenza all’oggi.
Zombi tra noi
Cominciamo dal contesto di partenza. La società che conosciamo ha fatto i conti da tempo con una moltitudine di persone che si sono trasformate in cannibali privi di emozioni e capacità di relazionarsi agli altri. Vivono in completa alienazione, attendendo in fila al deposito preposto, la propria razione di carne quotidiana.
Mio marito è uno di loro (…) Un giorno si è alzato ed è uscito di casa senza dire una parola, senza guardarmi.
La situazione che ho appena descritto viene svelata gradualmente dai personaggi principali del libro. Un signore di 80 anni di cui non verrà mai detto il nome, ma del quale conosciamo le abitudini, i tic e le aspirazioni mancate.
Attraverso i suoi racconti quotidiani scopriamo com’era il mondo fino ai suoi otto anni, prima che facessero capolino i primi zombie e si fermasse tutto.
Nel mondo come era quando avevo otto anni tutti morivano, chi prima e chi dopo. Adesso nessuno è sicuro neanche di questo.
L’ottuagenario vive nella più totale apatia, concedendosi la frequentazione di un cinema porno, dove può ancora fumare qualche sigaretta. Si aggrappa ai pochi ricordi che ha, raccolti in una collezione segreta. Per il resto guarda la vita come uno spettatore.
Un bambino così aspetta di diventare vecchio sapendo che sarà mai grande.
Molto presto conosciamo Tancredi, psicologo turbato da una serie di fenomeni controversi. Alcuni pazienti raccontano di aver scritto messaggi nel sonno senza ricordare di averlo fatto. La moglie Lucia, preda a sua volta di sogni che non sappiamo se siano premonitori o frutto di esperienze passate, non farà che alimentare le ricerche del medico.
La carne, una storia che racconta molto di noi
Nel corso della sua indagine, Tancredi troverà analogie inquietanti tra gli scritti di pazienti diversi. Corrispondenze inattese che potrebbero aiutarlo a fare luce sugli strani comportamenti della moglie e più in generale sul filo nascosto che lega i suoi pazienti.
Questo ripeteva nei sogni di Lucia. Che tutti gli individui sono collegati tra loro, che le loro conoscenze generano conoscenze più grandi, che siamo parte di un tutto.
L’autore sceglie muovere la storia attraverso un montaggio alternato delle due voci principali, utilizzando la prima persona per l’anziano e la terza per Tancredi. Nel corso della narrazione, i passaggi tra una voce e l’altra si fanno più rapidi e concitati, e i personaggi appaiono sempre più avviluppati tra loro, come i fili di un cavo elettrico.
Il lettore resta così intrappolato all’interno di questo meccanismo fino alle ultime battute finali, dove arriva un parziale disvelamento. Sui personaggi, i loro rapporti, le ragioni di quanto accaduto.
Un ultimo elemento che caratterizza il romanzo, come scrivevo in apertura, è la sua dolorosa aderenza alla realtà. Dietro la cornice metaforica, non è difficile osservare l’alienazione collettiva in cui siamo immersi da un anno a questa parte.
È una storia che racconta tanto di noi, perché dietro quegli uomini che non sono morti ma che nessuno afferma mai essere sicuramente vivi, possiamo riconoscerci. La carne è un’altra conferma della cifra originale e sperimentale di Cristò.
Zombi sarebbe una parola perfetta ma non la usa nessuno, È una cosa che riguarda tutti troppo da vicino.
L’autore
Cristò Chiapparino, vive a Bari, libraio, suona il pianoforte e ha pubblicato cinque romanzi: Come pescare, cucinare e suonare la trota (Florestano, 2007), L’orizzonte degli eventi (il Grillo, 2011), That’s (im)possible (Intermezzi, 2015), Restiamo così quando ve ne andate (2017) e La meravigliosa lampada di Paolo Lunare (2019) per TerraRossa. Suoi contributi sono apparsi su “La Repubblica”, su “alfabeta2” e, online, su “Artribune” e “minima&moralia”.