La città dei vivi, la recensione di Corrado Ravaioli del romanzo d’inchiesta di Nicola Lagioia pubblicato da Einaudi.

  • Titolo: La città dei vivi
  • Autore: Nicola Lagioia
  • Editore: Einaudi
  • PP: 496

Marzo 2016, in un appartamento della periferia romana due ragazzi di buona famiglia, Marco Prato e Manuel Foffo, seviziano a morte Luca Varani, un giovane conoscente. Il caso conquista la ribalta nazionale, per i contorni che avvolgono la dinamica dell’omicidio e i retroscena emersi nel corso dell’indagine.

Prima che la giustizia faccia il suo corso, Marco Prato si toglie la vita in carcere mentre Foffo viene condannato a trent’anni di reclusione, sentenza confermata anche in Cassazione. I due sono stati riconosciuti come autori materiali di un delitto raccapricciante, difficile anche solo da immaginare, per la ferocia e la freddezza con cui sono accaniti sulla vittima nel corso di un macabro festino.

Lo scrittore Nicola Lagioia, già vincitore del Premio Strega e attuale Direttore del Salone del libro di Torino, è entrato dentro questa storia una prima volta realizzando un servizio per un periodico, all’indomani dell’omicidio. C’era qualcosa che doveva essere ancora raccontato, per rispondere al vero interrogativo. Capire cosa si nasconde dietro un tragico evento di questo genere, che ha a che fare con la natura umana e la deriva cui l’uomo può arrivare quando è sopraffatto dall’istinto di sopravvivenza.

Un omicidio diverso dagli altri

C’erano gli omicidi, poi c’era quest’altro tipo di omicidi. La crudeltà, la violenza selvaggia, la totale gratuità di ciò che era successo. Tutto spostava la vicenda nel più oscuro dei coni d’ombra.

Attraverso la forma del romanzo inchiesta, che deve molto a Capote e Carrere, ne La città dei vivi l’autore di origine pugliese scava nei meandri della mente dei due assassini.

Incrocia dati giudiziari e informazioni ufficiali con interviste dirette a protagonisti e comprimari di questa storia macabra. Descrive il loro contesto di provenienza, le loro abitudini e desideri. Le loro ansie.

Ci porta dentro l’appartamento teatro del massacro, che trasuda malvagità, e poi a casa della vittima Luca Varani, degli amici e della fidanzata. Su di lui, come sui suoi aguzzini, scopriamo luci e ombre, attraverso le tante voci raccolte dall’autore. Ne emergono ritratti ambigui e inquietanti, perché i protagonisti si comportano in modo diverso a seconda del contesto.

La città dei vivi, tra disperazione e fallimento

La storia raccontata ne La città dei vivi, una pagina dopo l’altra, assume i toni della disperazione, del senso di fallimento che attanaglia la città di Roma, vera co-protagonista del libro.

Muovendosi tra i suoi immensi municipi si respirava un’aria tesa, rabbiosa, capace di ispirare nei più balordi una condotta scriteriata e al tempo stesso la resa totale.

La città eterna, nel racconto di Lagioia è diventata una realtà paludosa e fagocitante, che si nutre della disperazione e delle paure dei suoi cittadini, e al tempo stesso è capace di nascondere i suoi peggiori vizi. Una città in lenta decomposizione che sta mangiando i vivi.

Immersi completamente in questo contesto degradante, i due protagonisti si avviano, come se esistesse un copione ineluttabile, verso una china di delirio e violenza, frutto delle massicce dosi di cocaina e alcol, ma anche una specie di nichilismo che sembra avvolgere loro come tanti coetanei.

In loro – indicò gli altri ragazzi – la mancanza di riferimenti è eclatante. La società offre centinaia di modelli vuoti, se vuoi sottrarti alla fatica bestiale di capire chi sei.

Un horror contemporaneo

Quello che scopriamo in maniera tragica, è quanto il male possa nascondersi nelle pieghe del quotidiano. Quanto possa esplodere in maniera apparentemente improvvisa, anche accanto a noi.
Il merito dell’autore è quello di accompagnare il lettore in questo viaggio infernale senza pontificare o cercare di offrire un proprio punto di vista sulla vicenda. Solleva invece molti interrogativi, legati alla responsabilità e la colpa, e stimola riflessioni personali.

La città dei vivi è un vero e proprio horror contemporaneo, racconta molto di noi, mostrando gli anfratti in cui si nasconde il male.