La meccanica dei corpi, la recensione di Corrado Ravaioli del nuovo libro di Paolo Zardi pubblicato da NEO Edizioni.

Quali meccanismi regolano le nostre azioni, e come queste influiscono sugli altri? Parte da questo interrogativo il nuovo libro di Paolo Zardi, tornato alla casa madre NEO dopo alcune sortite in “trasferta”.

Un ritorno decisamente convincente, che lo colloca tra i migliori autori di racconti in Italia. In questa nuova raccolta, intitolata La meccanica dei corpi, Zardi utilizza ancora una volta la scrittura per riflettere sulle contraddizioni del quotidiano, portando alla luce cinque storie potenti e lievi allo stesso tempo, immediate quanto finemente cesellate. Cinque storie fatte della stessa sostanza, la vita.

Azione e reazione

«A un’azione è sempre opposta un’uguale reazione: ovvero, le azioni vicendevoli di due corpi l’uno sull’altro sono sempre uguali e dirette verso parti opposte!”.

Le dinamiche che muovono i rapporti tra amanti, amici, padri e figli, sono al centro di questi cinque racconti. Incontriamo un 40enne che ha raggiunto una posizione invidiabile e scopre nell’adulterio una “felicità” altra; una giornalista alla ricerca dello scoop che possa salvarle il lavoro e la casa lontana da una provincia che rinnega; un anziano vedovo, assediato da fantasmi nella solitudine delle mura domestiche; due amici di vecchia data che affrontano un viaggio mistico/alcolico attraverso lo spazio e il tempo; infine una donna costretta a osservare la trasfigurazione del marito in seguito a un incidente.

I protagonisti di questi racconti si trovano a compiere scelte radicali quanto inaspettate. Mossi dall’istinto e spinti dall’urgenza di uscire da una situazione insostenibile, si lanciano nel vuoto alla ricerca di qualcosa che assomigli, se non alla felicità, almeno a qualcosa per cui valga la pena di vivere. E la domanda che sembra porsi l’autore è:

“cosa succede a un individuo quando decide di uscire da un percorso di vita definito? E come questa azione modifica le traiettorie delle persone a lui vicine? Per anni non era stato in grado di capire, impegnato nell’ordinaria manutenzione dell’involucro vuoto della sua vita, inconsapevole di quale fosse il suo destino, il motivo per cui ancora vagava tra i vivi.

E mentre questi personaggi si muovono attivando meccanismi dalle conseguenze imprevedibili, si osserva sullo sfondo un mondo in lento decadimento, permeato da contrasti sempre più evidenti, come quello tra una provincia stanca e la metropoli performante, o una rinnovata distanza tra classi sociali.

“Il mondo era lì, frastagliato, iperbolico, incomprensibile come sempre.Un bestiario di creature recalcitranti, policrome, inconsapevolmente protese verso il baratro”.

La vecchiaia e il pensiero della morte, la malattia, il sesso o l’ambizione, sono alcuni dei grandi temi che innescano il movimento dei corpi protagonisti del libro.

“Esisteva, dunque, un limite temporale ai progetti che era possibile fare. Si sentì invadere da una stanchezza infinita”.

Il Carver italiano

Paolo Zardi si muove con disinvoltura tra le pieghe del quotidiano, alternando momenti di grande pathos a situazioni che mostrano un’ironia affilata.

“Ma non sapeva più se amava quella donna, o se l’avesse mai amata. La prima volta che le aveva detto «Ti amo» si era eccitato, ma era stato come prestarle dei soldi. Un regalo generoso e magnanimo, e quindi un crudele atto di prevaricazione, perché era talmente sprecato il suo amore per una donna così da rendere nobile, e tremenda, ogni concessione”.

Con una voce ormai riconoscibile Zardi si conferma “il Carver italiano”, a mio insindacabile giudizio. E La meccanica dei corpi rappresenta il vertice della sua produzione fino ad oggi, con uno stile che conquista e seduce.