La notte arriva sempre di Willy Vlautin, dramma familiare dalle tinte inaspettatamente noir. La recensione di Corrado Ravaioli.
- Titolo: La notte arriva sempre
- Autore: Willy Vlautin
- Editore: Jimenez
- PP: 208
- Traduzione: Gianluca Testani
Lynette ha poco più di trent’anni ma è come se avesse attraversato almeno tre vite. Vive con la madre e il fratello sotto lo stesso tetto, in affitto da sempre. Il suo sogno, che la spinge a fare turni di lavoro massacranti, è di riuscire finalmente a comprarsi quelle quattro mura.
Parte da un tema urgente, specie negli States, l’ultimo romanzo di Willy Vlautin, uno dei grandi cantori della working class americana, capace di raccontare in maniera sincera e toccante storie di persone in lotta per una sopravvivenza dignitosa.
Ne La notte arriva sempre, edito da Jimenez e tradotto da Gianluca Testani, la protagonista, affronta a testa alta le difficolta quotidiane, alternandosi tra lavori differenti per sostenere la famiglia e affrancarsi dalla precarietà dell’affitto. Proprio a un passo dal traguardo, il sogno rischia di infrangersi. Spinta dalla disperazione, dovrà ricorrere a tutte le risorse di cui è capace, per recuperare in qualche modo i soldi che la madre ha investito in un’auto, sottraendoli ai risparmi di famiglia.
Un dramma familiare dalle tinte inaspettatamente noir
Lynette è disperata ma indomita. Nell’arco di due giorni e due notti, metterà da parte sentimentalismi e scrupoli pur di recuperare i soldi di cui ha bisogno, affrontando vecchi conoscenti, trafficanti spietati e criminali sbilenchi. E si troverà a guardare negli occhi un passato oscuro che ha cercato a lungo di nascondere.
In circa 300 pagine, Vlautin costruisce un dramma familiare dalle tinte inaspettatamente noir. Quella di Lynette e la sua famiglia è una storia comune a molti. In Oregon, come in altri Stati, le città si sono trasformate radicalmente nell’arco di pochi anni, interi quartieri rasi al suolo per fare posto a grandi residenze costose. L’idea di trasferirsi da una zona degradata ma “conosciuta” a un’altra più costosa e periferica rappresenta per molti un ostacolo mentale ancora prima che economico. Lynette è tra questi, e vuole a tutti i costi entrare in possesso della casa in cui ha sempre vissuto, per quanto fatiscente.
Willy Vlautin costruisce in maniera mirabile il contesto di partenza e immerge il lettore nella dinamica di questa famiglia disfunzionale. Il rapporto tra madre e figlia è intenso e doloroso. Se la figlia ha una scintilla che la spinge a costruire qualcosa, Doreen ha da tempo abbandonato “sogni di gloria” o speranze. Lei, come gli altri personaggi di questa storia, cova un forte risentimento nei confronti della società e delle istituzioni. Sente di meritare qualcosa di più dalla vita, dopo aver cresciuto da sola due figli in mezzo a mille difficoltà. Ma ormai è anche disincantata: “Sono vecchia. Perciò credo di essere una perdente…”.
L’America di oggi
Mentre nella prima parte del romanzo entriamo gradualmente nello spirito della vicenda, nella seconda l’autore porta il racconto su un altro piano, a tutta velocità dentro un incubo febbricitante, dove i protagonisti diventano sciacalli spietati davanti alla prospettiva di un facile guadagno. Nel corso di una notte nerissima e avvolta da pioggia e nebbia, Lynette si troverà a flirtare a sua insaputa con la morte, pur di ottenere quello che sente di meritare.
E all’interno di questo quadro deformato, dove si fatica a distinguere i buoni dai cattivi, si fa il tifo per questa antieroina, che sembra una scheggia impazzita ma dotata di un briciolo di speranza in un mondo tossico e destinato a degrado.
La notte arriva sempre è un altro grande ritratto dell’America di oggi, firmato Willy Vlautin.