La ragazza dell’alba, la recensione di Giorgio Cracco del romanzo d’esordio di Leslie Wolfe pubblicato da Hope Edizioni.

La ragazza dell'alba di Leslie Wolfe, recensione

  • Titolo: La ragazza dell’alba
  • Autore: Leslie Wolfe
  • Editore: Hope Edizioni
  • PP: 256

In un mondo imperfetto, fatto di mille luci e di altrettante ombre, popolato da persone che vivono vite ugualmente imperfette, lastricate di rimpianti, dubbi e scelte sbagliate, e minacciato da mostri spesso insospettabili, di che pasta possono essere fatti gli eroi?

Come ricorda uno dei personaggi de La ragazza dell’alba, primo romanzo di Leslie Wolfe ad arrivare in Italia grazie ad una pregevole pubblicazione di Hope Edizioni, la mela non cade mai troppo lontano dall’albero.

Nel thriller, scritto con uno stile diretto, privo di fronzoli, i cosiddetti “buoni” sono problematici, insicuri, incompiuti ed incompleti tanto quanto, e forse ancor di più, dei loro antagonisti. La ragazza dell’alba che dà il titolo all’opera è una giovane donna, uccisa da un crudele, sadico serial killer, il cui cadavere viene fatto ritrovare su una spiaggia.

La ragazza dell’alba, Agente speciale Tess Winnett Vol.1

Tess Winnett, agente dell’FBI coinvolta nel caso dai detective della locale contea, si lancia fin da subito, con ostinazione, alla caccia dell’assassino. Tess, alcuni anni prima, ha subito un trauma violento, che ha lasciato dolorosi strascichi sulla sua psiche e sulla sua anima.

L’Agente Speciale Tess Winnett è un’investigatrice brillante, determinata, che cerca di fare dei propri traumi e delle proprie debolezze un’arma in più da sfruttare nel lavoro per catturare i criminali che minacciano le esistenze della gente perbene. Tess è un lupo fragile, con una carriera di successo, ma allo stesso tempo sempre in bilico, sull’orlo del baratro per una tendenza all’insubordinazione non troppo latente e per un carattere forte che la porta perennemente allo scontro con i colleghi e con il prossimo.

Con una vita privata pressoché inesistente, Tess si dedica con tutta sé stessa a cercare di attenuare il male del mondo, e degli infelici che lo abitano, un arresto e un cattivo alla volta. Conduce indagini a tutto campo, metodiche, incessanti, spinta dal bisogno di raddrizzare i torti e salvare le vittime, a dispetto di un sistema macchinoso e sonnolento, che fa della burocrazia e delle procedure dei dogmi irrinunciabili.

Mette a rischio vita e carriera, e naturalmente i rapporti con superiori e colleghi, pur di arrivare al suo obiettivo, interrompere la catena di morte e violenza dell’ultimo mostro che ha messo nel mirino, l’assassino della ragazza dell’alba.

Una scrittura veloce e scorrevole

La scrittura di Leslie Wolfe è veloce e scorrevole, i personaggi sono affreschi vividi ed efficaci. Dei medesimi resta la tormentata imperfezione, l’anelito imperituro verso qualcosa che manca sempre nella vita per trovare pace, per consentire finalmente a ciascuno di essere felice.

Il romanzo, lineare e per certi versi lacerante, che fa da cornice alle loro esistenze è un proiettile che arriva a bersaglio senza troppi complimenti. L’indagine descritta è serrata, le conclusioni in parte sorprendenti, il finale a suo modo salvifico, certo, ma comunque cattivello e amaro.

La giustizia e il sistema vincono solo grazie ai loro eroi incompiuti, dalle vite sconfitte dagli infiniti chiaroscuri che ne affannano sogni e speranze. Tess scuote l’indifferenza del gregge umano che la circonda con la sua rabbiosa voglia di aiutare i più deboli, ma si rivela incapace di fare del bene senza sporcarsi le mani come tutti gli altri. A conti fatti, se i cattivi piangono, vengono arrestati o uccisi, i buoni di certo non hanno molti motivi per ridere.

E il nostro amato mondo imperfetto continua tranquillamente a guardare i suoi figli dall’alto in basso. Con ottime ragioni. In effetti, la mela non cade mai troppo lontano dall’albero.