La snaturata, la recensione di Danilo Villani del romanzo di Marina Novelli che mischia generi per una storia decisamente fusion.

La snaturata, la recensione di Danilo Villani del romanzo di Marina Novelli che mischia generi in un romanzo fusion.

  • Titolo: La snaturata
  • Autrice: Marina Novelli
  • Editore: Ensemble
  • PP: 124

Anni ’70 del XX secolo: periodo di grandi sperimentazioni artistiche. Particolarmente in ambito musicale. Gruppi come i Weather Report o artisti del calibro di Miles Davis non disdegnano di mescolare generi musicali come il rock e il jazz dando vita allo stile denominato fusion.

Anni ’90 del XX secolo: il world wide web irrompe nella routine quotidiana. Conseguentemente, anche se con lentezza dovuta ai modem analogici, i rapporti interpersonali assumono forma globale, i confini sono tali sulla carta, lo scambio di idee, di culture, di informazioni è inarrestabile. La cucina è fortemente influenzata da questa novità e accade che chef arditi iniziano a contaminare le loro preparazioni con influenze gastronomiche provenienti da paesi lontani dando origine al fenomeno della cucina fusion.

Anni ’20 del XXI secolo: accade che lo scrivente si imbatte in un romanzo di sole 120 pagine, La snaturata di Marina Novelli e, notato il mash up di generi, si prende la briga di classificarlo come letteratura fusion.

Il romanzo

Lèna, una bellissima donna originaria dell’Europa dell’Est, esercita la professione più antica del mondo. Durante il suo lavoro, per la strada, viene investita da un taxi. L’impatto è violentissimo, tale da scaraventarla a distanza e sventrarla. A questo punto accade che la natura non segue il suo corso: il corpo è talmente disastrato da non lasciare alcuna chance di sopravvivenza ma l’anima o la coscienza o il proprio Io non ne vuole proprio sapere di abbandonarlo, dando così inizio a un processo contro natura. Da snaturata, appunto.

Lèna inizia così a osservare ed essere osservata. Gli inevitabili curiosi accorsi sul luogo dell’incidente, gli operatori della morgue che rimangono affascinati dall’aura che, suo malgrado, la poverina emette arrivando quasi a sfiorare la necrofilia.

Nel frattempo, nel suo non mondo, Lèna incontra suo padre Vasile e suo cugino detto Bellapanza, per via del suo attaccamento al cibo, trasformato in un merlo canterino per un singolare fenomeno di metempsicosi, iniziando, col genitore, a tracciare un bilancio delle proprie esistenze. Nel frattempo i necrofori, motu proprio, decidono l’imbalsamazione della salma dando il via ad un processo che…

Un mash-up di generi

La mescolanza di generi è evidente sin dalle prime pagine. L’autrice passa con disinvoltura dallo splatter al macabro, dalle atmosfere noir all’introspezione, dal sentimentale allo humour nero, prefiggendosi lo scopo di colpire duro su certe situazioni del nostro tempo: la speculazione sul dolore, trarre proprio tornaconto da disgrazie altrui, l’esposizione mediatica di certi “fenomeni” esposte in maniera grottesca e, non ultima, la classica dicotomia Eros/Thanatos inesauribile sorgente d’ispirazione.

Una vera fusion di generi da divorarsi contro ogni regola. Da snaturati, appunto.