La vendetta della terza linea si legge in fretta e fa lo stesso effetto di una fuga lungo la fascia del Lomu dei tempi d’oro: travolgente.

La vendetta della terza linea

Titolo: La vendetta della terza linea
Autore: Nicolò Bonazzi
PP: 109
Editore: Altromondo Editore
Prezzo: 11,00 euro

C’è tanta roba nel romanzo d’esordio del padovano Nicolò Bonazzi: ritmo serrato, una scrittura asciutta e concisa, ironia fredda e pungente, una storia divertente, cattiva, politicamente scorretta, in cui i buoni non sono poi così buoni (in compenso i cattivi sono delle vere merdacce).

Ti fermi soltanto quando sei arrivato all’ultima pagina, e ti dispiace un po’ quando leggi la parola fine: dopo tutto ti sta simpatico Marco B, giovane avvocato figlio di puttana che si mimetizza al meglio nell’ipocrisia della Padova-bene. Uno capace di covare per anni un rancore che sfocia in mascelle rotte a suon di calci nei denti, nasi e zigomi fratturati, costole rotte, visi tumefatti e teste spaccate sui marciapiedi di un’Inghilterra splendidamente provinciale (e basta con ‘sta Londra!).

Sì, sta proprio simpatico questo Marco B.: perché tutti noi abbiamo sognato almeno una volta nella vita di spaccare il culo al bullo di turno, tutti noi abbiamo sognato qualche piccola vendetta mai portata a termine per pigrizia o perché, crescendo, poi di certe cose te ne dimentichi.

Non è il caso del protagonista di questa storia, che vive in funzione della sua vendetta. Se riesce a portarla a termine? Per saperlo leggetevi il libro.

Qualche riflessione sparsa prima di chiudere. Splendido e cinicamente impietoso il ritratto che Bonazzi fa di una certa Padova: bastano poche righe per dipingere in maniera crudele un mondo fatto di piccole falsità, di tante sfumature di grigio tra cui bisogna ritagliarsi uno spazio per ottenere un penoso riconoscimento sociale. E poi la vecchietta inglese che ospita il nostro Marco B: fantastica, sembra uscita direttamente da un romanzo di Agatha Christie con la sua perfida ingenuità. Infine il rugby, sport che forse più di ogni altro racconta pregi e difetti di noi veneti, che fa da filo rosso (sangue) di tutta la storia.

Ne La vendetta della terza linea non troverete seghe mentali, né profonde riflessioni psicologiche: questo non è un libro per vecchi.