L’attacco dei Giganti, lo shonen che detta nuove regole. Il Giappone si conferma fucina di storie e disegni senza pari.
Per quelli che non conoscono il termine shonen lo posso riassumere così: Manga action rivolto ad un pubblico maschile in età compresa tra i 14 e i 21 anni. Io li ho passati da un po’ i 21 ma a leggere L’attacco dei Giganti ho riacquistato la passione per il genere.
Devo ringraziare un ragazzino, ora di 26 anni, per aver avuto l’idea narrativa e il talento per disegnarla. Soprattutto devo ringraziare la Kodansha per aver creduto subito nella potenza di questa opera. Il ragazzo che tanto ha creato trambusto nel panorama manga si chiama Hajime Isayama e a parer mio è il mangaca numero uno sulla piazza contemporanea.
Evidentemente non sono il solo a pensarla così; il ragazzo nel 2011 ha vinto nella categoria manga per ragazzi il Kodansha Manga Award, proprio con la sua opera prima L’attacco dei Giganti. Pur arrivando ben ultimo ne sono rimasto inesorabilmente affascinato senza riserve. Pensare che neppure volevo leggerlo!
Ammetto la mia immotivata supponenza, mea culpa a 360°. Accecato da migliaia di cosplayer nelle varie reunion annuali avevo appiccicato a L’attacco dei Giganti l’etichetta “cosa da ragazzini under 13”. Un action/horror di qualità altroché!
Non volendo spoilerare troppo vorrei introdurre i veri motivi di un tale successo, secondo il sottoscritto ovviamente. Prima di tutto la storia è di quelle che dici – potevo scriverla anch’io – e invece no, l’ha fatto lui, Hajime, con un tatto e una violenza tutta orientale. I giganti sono “quasi” uomini che divorano uomini, già i presupposti sono da paura. I giganti si sono impossessati del mondo e gli uomini sono costretti a rimediare su città fortificate. L’ambientazione è un ipotetico futuro, ma forse anche no, forse un passato/futuro alternativo, chi se ne frega è fantastica e nella sua semplicità semplicemente geniale.
L’unico modo che gli umani trovano per contrastare i giganti è una speciale attrezzatura denominata “Movimento Tridimensionale”. Il movimento tridimensionale permette di librarsi in aria per combattere i terribili giganti divoratori. Questa attrezzatura occhieggia vistosamente allo steampunk ma senza cadere nel tranello di sembrare una cazzata posticcia. Anzi rimane uno degli escamotages distintivi della serie. Ecco non vi avevo ancora detto che è una serie… non ancora terminata peraltro.
Ma a contrastare questi giganti ci saranno i soliti antieroi Jappo? Certo che si! In gran spolvero una sequenza di ragazzi dalla giovinezza inesorabilmente perduta si alterneranno tra le fila del disperato esercito. Morti cruente e devastazione sono il campo di gioco. L’autore non risparmia nessuno e inserisce sottotrame cruente e disilluse. A volte è proprio horror, ne senti tutto il pathos, ne senti tutta la fatica. Per fare un paragone, di recente uscita, direi che i nostri eroi sono assimilabili a Orfani. PS: dimenticate quel che ho detto perché con tutto l’affetto possibile per la produzione bonelliana qui siamo ad un livello molto più alto.
E se la storia è assolutamente da numero uno, altrettanto ne esce vincitore il tratto del manga. Veloce , schizofrenico, quasi al limite dell’incerto, sicuramente una novità per un prodotto pensato per la serialità. Tavole che ti aspetti in una graphic novel per intenderci.
Penso di aver trovato la mia nuova nemesi economica, speriamo solo che il buon Hajime non la tiri troppo per le lunghe, o forse spero proprio il contrario?