Lo afferro per il bavero del giubbotto e lo tiro a me. “Sentite me, ora. Vi fate pagare una monata e io adesso passo un periodo di miseria per colpa vostra. Distruggete le tombe e attirate troppa attenzione”. Prendo un respiro profondo e continuo. “E fate pure schifo. Andatevene, togliete gli annunci da internet. La piazza dei cadaveri è mia, capito?”, e lo lancio contro la macchina. Lui casca a terra peggio di un sacco di patate.

I suoi fratelli lo tirano su. Io resto immobile a guardarli mentre mettono in moto la macchina e spariscono. Ora che ci penso abbiamo fatto casino ed è meglio se me ne vado di qui, e alla svelta.

Passano diversi mesi, ora fa caldo. I clienti sono tornati a cercarmi, e io come sempre faccio il miglior lavoro per soddisfare le loro esigenze. Per alcuni è un po’ un periodaccio, muoiono solo anziani. Le richieste sono per i giovani, e alzo i prezzi per questo articolo a chi si era rivolto ai tre fratelli spastici, tanto per fargliela pagare. Insomma, la vita riprende il suo ritmo e a me mi piace la primavera, mi mette allegria.

Ma è ovvio che con la sfiga che c’ho, qualcosa deve andare storto per forza, ve’. Il lavoro cala, così, all’improvviso. In due mesi, e parlo di luglio e agosto, quando di solito c’è più richiesta perché le mogli dei miei… ehr… committenti ecco, se ne vanno in vacanza a Lignano o Caorle e loro hanno più tempo per spassarsela.

Ci metto poco a capire che i tre fratellini sono tornati in affari. Telefono a un cliente, e lui mi conferma la storia dei tre rumeni che fanno prezzi più vantaggiosi. Maledetti pezzi di merda. Una lezione non gli è bastata. Sudo freddo una notte e mi rigiro nel letto perché ho preso una decisione. Li devo uccidere.