Le colpe della notte è il nuovo thriller di Antonio Lanzetta. Ecco la recensione di Federica Belleri per Sugarpulp MAGAZINE.
Titolo: Le colpe della notte
Autore: Antonio Lanzetta
Editore: La Corte Editore
PP: 274
Litigare con il padre per il diciassettenne Cristian è ormai un’abitudine. Lui non vuole che il figlio stia troppo tempo isolato, immerso nel mondo virtuale dei videogames. Vorrebbe per lui degli amici, serate in compagnia, cinema e tanto altro. Perciò per Cristian è abbastanza normale uscire di casa sbattendo la porta dietro di sé, nonostante sua madre cerchi di spegnere la lite.
La cosa strana è invece il rientro a casa di Cristian, dopo aver sbollito la rabbia. La cosa strana è per lui trovare i genitori morti. Il commissario suo padre, e la madre immobili e sfigurati. Perché?
Da quel momento buio e nero inizia per Cristian una nuova vita a Castellaccio, nel Cilento, lontano dalla massa, dai ricordi e dai riflettori.
Cosa è successo davvero a casa sua? Chiederselo e faticare a trovare una risposta. Desiderare la verità e sentirsi divorati dai sensi di colpa.
Dopo Il buio dentro e I figli del male torna Antonio Lanzetta con il terzo thriller legato ai personaggi che ha creato in precedenza, uno fra tanti Damiano Valente, lo Sciacallo. Torna con una trama volta pagina, legata a un paese dove tutti si conoscono ma hanno paura. Dove le drammatiche gesta di un serial killer, l’Uomo del Salice, tornano con prepotenza.
Le colpe della notte odora di colpevoli e di bugie, di disagio e disordine. È ricco di domande, di inquietudini, di abitudini sbagliate, di occhi che fanno finta di non vedere. È un viaggio nella mente di un mostro e delle sue piccole vittime, alle quali ha rubato tutto. È una storia che sa di rabbia e di vendetta.
È un intreccio legato ai servizi segreti, a vicende insabbiate da tempo, a persone importanti che si nascondono. Ma è anche una vicenda dove si impara a crescere e a perdonare, affrontando la realtà con amarezza. Dove si impara a capire cos’è la solitudine, cosa vuol dire essere vittima di pettegolezzo. Si impara a proteggere, a costo di diventare prigionieri delle proprie ossessioni. Si impara a superare i propri limiti, sia fisici che mentali. Si impara finalmente cosa significa avere degli amici e prendersi cura dell’altro.
Buona lettura.