Le teste è no scritto fortemente simbolico, traslato; che oltre ad intrattenere gli amanti della crime fiction complottista offre chiavi di lettura altre
Titolo: Le teste
Autore: Giuseppe Genna
PP: 384
Editore: Mondadori
Prezzo: euro 18.00
In una Milano prenatalizia ricoperta di neve e ghiaccio, il “sottostaffato” personale dell’Investigativa di via Fatebenefratelli ha poco di cui occuparsi: anche la comunità criminale rimanda i suoi biechi propositi a dopo le feste.
Ma quelli con cui ha a che fare l’ispettore Lopez, non sono mai comuni malviventi. Mentre si accinge-nonostante un “andreottiano” mal di testa-a passare un sereno e solitario Natale, il ritrovamento della testa di una donna e del cadavere di un uomo nelle acque ghiacciate del laghetto dell’Idroscalo, non solo rovineranno i suoi propositi ma lo porteranno ad affrontare uno dei casi più inquietanti e ferali della sua carriera.
Il capo Santovito è in trasferta, Lopez può liberamente infrangere le regole dell’ellroyana strategia di contenimento tanto raccomandata dal suo superiore.
E’ assistito nelle indagini dal tenentino Orfeo di cui avrà stima crescente, pur chiedendosi sovente quale sia il suo “vizio”. I due brancolano nel buio fino a decidere di abbandonare completamente le investigazioni che hanno condotto solo alla scoperta di altri casi - distanti temporalmente - di teste recise e di una cricca di tre probabili compagni di merende.
Niente di concreto, tutto sembra scollegato ma l’immagine della testa della donna ritrovata all’Idroscalo continua ad angosciare Lopez, che decide di andare avanti nelle indagini. Il nostro antieroe arriverà a quello che ritiene il cuore del mistero “senza passare per nessuna arteria”.
Tutto questo mentre riallaccia i rapporti con i servizi segreti che gli affidano una semplicissima ma allo stesso tempo misteriosa consegna a Londra. Lopez si allontana e si riavvicina ai servizi di continuo, niente è ciò che sembra, quelli ritenuti morti si rifanno vivi, tra gli infiltrati ci sono infiltrati e il caso dell’Idroscalo forse è intrecciato col compito affidatogli dai servizi.
“Il brivido iniziatico del livello politico” corrobora il corpo stanco dell’ispettore, che in un entropico crescendo di eventi punterà al nucleo dell’intrigo.
Il plot dell’ultimo “noir” di Genna - le virgolette per le disavventure dell’ispettore Guido Lopez sono indeclinabili - trae ispirazione dall’effettivo ritrovamento della testa di una donna presso il lido Adriano di Ravenna, al quale l’autore ha assistito undicenne mentre era in vacanza.
Il romanzo ha avuta una gestazione lunghissima, la sua prima stesura è antecedente al fondamentale “Nel nome di Ishmael” del 2001.
Il corpus del testo è inframezzato da un’altra dimensione narrativa scollegata e al contempo fusa col thriller. Contiene un approfondimento quasi enciclopedico su tutto ciò che riguarda le teste, quelle mozzate in particolar modo; una disamina del giallo; una sorta di mini trattato sugli inconvenienti della nominazione delle cose; un auspicio al distacco della testa dal corpo propedeutica all’estinzione della fonazione.
L’uscita è stata accompagnata da una dichiarazione di odio dell’autore nei confronti del protagonista, ritenuto inconcludente, poco profondo e restio ad intrattenere relazioni sociali decenti: ” non telefona mai alla mamma!”.
Questo di cui parliamo potrebbe essere l’ultimo thriller scritto da Genna. Noi ci auguriamo che cambi idea. Come accennato poc’anzi, i thriller dell’autore milanese non sono mai semplici noir, in essi sono onnipresenti riferimenti a fatti di cronaca volutemente poco approfonditi dai media o aspetti sinistri di essi mai menzionati.
Le implicazioni internazionali sono sempre evocate e le stoccate alla realtà nostrana non mancano: il nostro paese è descritto come un “Cile anni Settanta reincarnato nel 2009, a colpi di Grandi Fratelli e Fattori x”; Cofferati è definito “sceriffo sindacale”; “il nostro principale prodotto d’esportazione è la morte misteriosa”; “il nostro orgoglio è bagnato: di plasma”.
Frasi scolpite che spuntano dalle pagine, taglienti, lesive quanto quelle del suo precedente lavoro Italia De Profundis.
Uno scritto fortemente simbolico, traslato; che oltre ad intrattenere gli amanti della crime fiction complottista offre chiavi di lettura altre e al contempo tangenti.
Appello finale all’autore e ai suoi propositi anti thriller e anti Lopez: tra un Dies Irae e un Io Hitler una pausa con Lopez ce la meritiamo. E anche tu Guido! Una colpo di telefono a quella povera donna! Ne va della tua sopravvivenza e della nostra sete di storie così ben scritte.
Grandissimo, anzi grandsissimI (Genna e il solito, precisissimo, recensore…). Neanche a farlo apposta, l’ho iniziato ieri notte; sono a pagina 145…
Esterrefatto. Michele, posso riprendere sul mio sito? Davvero onorato. Se possibile, vorrei chiederti, per una coda alla reprise eventuale da me, una tua dichiarazione sulla “sete di storie”, elemento che mi pare centrale oggi.
L’allibito gius
Riprendere su “GIUGENNA”?
Ne sarei onorato IO! Questa qui su non è una recensione, è una dichiarazione d’amore:
per Guido Lopez, beninteso 😉