Mi capita spesso di pensare a tutti quei libri che vorrei rileggere. Ce ne sono alcuni che evito accuratamente di prendere in mano perché so che se lo facessi resterei intrappolato inesorabilmente. Libri che ho letteralmente divorato e ogni volta mi diverto e mi emoziono come se fosse la prima volta. Eppure esistono così tanti libri che non ho ancora letto che ha senso “perdere” tempo per tornare a sfogliare pagine già lette? In alcuni casi rileggere è indispensabile dato che esistono alcuni libri non possono essere esauriti in un’unica lettura, ma nella maggiorparte dei casi si tratta, semplicemente, di piacere allo stato puro. I problemi a questo punto sono fondamentalmente due: tempo e selezione. Tempo perchè, per quanto uno si possa mettere di buona volontà, il tempo a disposizione è un dato oggettivo con cui fare i conti. Per carità, entra in gioco anche il fattore velocità che cambia notevolmente da persona a persona, ma questo è un dettaglio secondario. Più aumentano gli impegni poi e più diminuisce il tempo che uno riesce a dedicare alla lettura. Il fattore due poi, la selezione, diventa un problema realmente drammatico (oggi più che mai): per forza di cose uno è costretto a rinunciare ad una quantità tale di capolavori imbarazzante, a prescindere da quanto uno riesca a leggere in vita. A questo punto non resta che azionare un sano preconcetto culturale e selezionare in partenza cosa leggere inserendo una spruzzata di casualità nei titoli che ci possono incuriosire. E non sto parlando di affinare i gusti, perchè nella maggior parte dei casi “affinare i gusti” significa aumentare i preconcetti (o diminuisce la curiosità culturale, fate voi), cosa che comunque non è detto che sia del tutto negativa. Per non parlare poi della componente culo: e se uno è partito con i libri sbagliati?