Leo Pulp è un investigatore privato di Los Angeles: un incrocio molto nostrano fra Philip Marlowe e una parodia disneyana ma, soprattutto, è uno dei personaggi Made in Italy più divertenti

Leo Pulp, di Claudio Nizzi e Massimo BonfattiTitolo: Leo Pulp – I delitti di Sunset Boulevard
Autore: Claudio Nizzi/Massimo Bonfatti
Numero di pagine: 94
Editore: Sergio Bonelli Editore
Prezzo: 5,00

Considerata l’attenzione che noi della Barbabietola da Zucchero abbiamo per il fumetto, non potevamo certamente trascurare uno dei personaggi più divertenti della nostra produzione nazionale.

Leo Pulp è un investigatore privato di Los Angeles: un incrocio molto nostrano fra Philip Marlowe e una parodia disneyana.

Tuttavia è ovvio l’omaggio, nel nome, alla letteratura di genere popolare e d’intrattenimento. Scritto da Claudio Nizzi con disegni di Massimo Bonfatti (sceneggiatore di Tex il primo, illustratore di Cattivik e Lupo Alberto il secondo), ha avuto sinora una tiratura limitata, solo un pugno di storie che permettono di non farne ancora una delle operazione più interessanti di questa corrente del fumetto.

Una di queste è I delitti di Sunset Boulevard, ricchissimo di citazioni fumettistico-cinematografiche, che, su una trama che farebbe impazzire Ed Wood, fra esperimenti scientifici da horror di serie Z e strizzate d’occhio ironiche, mette in scena il detective dal mento assai sfuggente in una storia noir di facile presa, e di ancor più fervido umorismo.

Leo Pulp, di Claudio Nizzi e Massimo Bonfatti

Senza contare che il ritmo, serrato e condotto molto spesso con veloci cambi di scena narrati dallo stesso Leo Pulp, narratore onnisciente, vira decisamente verso le storie e gli intrecci più succosi di questo genere.

Il tutto ha inizio nello studio di Leo, presso il quale si reca un ragazzotto un po’ ingenuo di provincia che gli chiede di condurre delle indagini sulla scomparsa di quella che lui vorrebbe essere la sua fidanzata, venuta a cercare fortuna a Hollywood.

Con un acume e una sagacia non comuni, Pulp s’inoltra nella città degli angeli, dove incontra personaggi presi a prestito, in una rilettura decisamente ironica, da almeno una decina di opere noir: da Dick Tracy ai gialli di Ellroy, da Viale del tramonto sino a vere e propri giochi anagrammatici di divi dell’epoca d’oro.

Un tentativo coraggioso e molto divertente, in cui i disegni, che sfiorano la caricatura jacovittiana, riutilizzano i moduli dell’hard-boiled (poliziotto privato solitario, dalla maniere rudi ma onesto, scapolo ma amante appassionato) adattandoli al formato delle stripes, che rendono comunque sia la velocità del cinema che le riflessioni della letteratura.