Lo specchio nero, Gianluca Morozzi rielabora a suo modo il giallo classico affrontando l’enigma della camera chiusa.
Titolo: Lo specchio nero
Autore: Gianluca Morozzi
Editore: Guanda
Pagine: 336
Prezzo: 18 euro
“C’era una ragazza morta con la gola tagliata dentro una stanza con la porta chiusa dall’interno, e un uomo morto in un bagno cieco con la porta chiusa dall’esterno. L’unica persona viva tra quelle due porte era lui e soltanto lui. Lui che aveva un coltello insanguinato in mano.”
Così si sveglia Walter Pioggia, il protagonista di Lo specchio nero, dopo una notte di cui non ricorda nulla.
Si ritrova in una stanza dalle pareti dipinte di viola, insieme a una ragazza distesa su un materasso e un uomo nella vasca da bagno. Entrambi morti.
L’appartamento è chiuso dall’interno con un chiavistello, che non è possibile aprire dall’esterno.
Quindi l’unica soluzione ragionevole è che sia stato lui, Walter, a uccidere l’uomo e la ragazza, e che adesso non ricordi nulla della sua follia omicida.
Ma è possibile? Lui, il direttore editoriale della Bandini edizioni, anche lui scrittore (autore del celebrato L’uovo del mondo) e amante della letteratura che diventa all’improvviso un pazzo omicida? E perché?
Walter Pioggia esce dall’appartamento, getta in un laghetto il coltello insanguinato e aspetta con terrore che qualcuno possa arrestarlo per gli omicidi.
Ma i giorni passano, e del duplice omicidio non c’è notizia, né su internet né sulla stampa. Walter Pioggia si convince di essersi immaginato tutto: non c’è stato alcun omicidio, i cadaveri erano semplicemente un’allucinazione, il frutto della sua fantasia.
Quando però i cadaveri vengono ritrovati, l’illusione di Walter crolla all’improvviso. Non è stata un’allucinazione, i cadaveri erano reali, e qualcuno deve averli uccisi.
E chi, se non lui, che era l’unica persona che aveva l’occasione di farlo? Ma perché poi avrebbe dovuto uccidere due persone che erano, per lui, due perfetti sconosciuti?
Walter Pioggia, adesso, deve sperare che nessuno lo colleghi al luogo del delitto, e, nel frattempo, cercare di capire chi è stato a uccidere quelle due persone e come possa aver fatto.
Molto interessante, ne Lo specchio nero, anche l’ambientazione, in una Bologna ricca di fascino e mistero, e il racconto delle vicende editoriali di Walter Pioggia, alle prese con i più disparati aspiranti autori, di cui legge i dattiloscritti sempre fino alla fine, per rispetto nei loro confronti.
Con Lo specchio nero, Gianluca Morozzi rielabora a suo modo il mistero della “camera chiusa”; situazione classica di tanti giallisti, da Agatha Christie a John Dickson Carr, e lo fa con una soluzione, che arriva soltanto nelle ultime pagine, sorprendente e geniale.