Lo spettro dei Borgia, la recensione di Danilo Villani per Sugarpulp MAGAZINE
Titolo: Lo spettro dei Borgia
Autore: Elena e Michela Martignoni
Editore: Fanucci Timecrime
PP: 284 pp
Prezzo: cartaceo 12.90, ebook 4,99
Non ho mai amato i romanzi storici. Le radici di questa idiosincrasia vanno ricercate forse in tempi lontani, quelli del liceo, dove vigeva l’obbligo di “studiare” le vicissitudini di una coppia lombarda alle prese col cattivone di turno che osteggiava con modi poco eleganti i loro progetti matrimoniali.
Però il tempo, l’esperienza e una certa dose di saggezza contribuiscono a stemperare ed addolcire certe prese di posizione.
Partendo da questo presupposto ed anche mossi dalla curiosità, mi sono dato alla lettura de Lo spettro dei Borgia thriller storico scritto a quattro mani dalle sorelle Elena e Michela Martignoni, autrici milanesi e vere appassionate delle vicende della famiglia Borgia alla quale hanno dedicato più di una loro opera.
Definire il romanzo thriller è però estremamente riduttivo: secondo il nostro parere lo stesso è una riuscita miscela di ingredienti quali il giallo classico, il romanzo sentimentale ed appunto il romanzo storico.
Colpisce sin dall’inizio l’aperta acredine, peraltro ricambiata da ambo le parti, tra il pontefice Alessandro VI Rodrigo Borgia, e le potenti famiglie nobiliari romane a causa delle origini aragonesi dello stesso papa e usando questo scontro ideologico come trampolino, le autrici sviluppano l’evolversi del romanzo.
Un assassino misterioso, una famiglia nobiliare ridotta sul lastrico per volere papale, dei porporati lascivi e viziosi che non nascondono le proprie distorsioni e un bargello pontificio raziocinante sono le caratterizzazioni più evidenti ma grande spazio è dato ad uno stuolo di cortigiane, malfattori, nobili e plebe, il tutto sullo sfondo di una Roma dove l’intrigo, la menzogna, la cupidigia sono prassi consolidata.
Colpisce anche il cameo di un artista ventenne che mostra dei bozzetti raffiguranti il Cristo deposto dalla croce sotto lo sguardo addolorato della Madonna.
La scrittura delle sorelle è piacevole, dettagliata ma non ridondante e la trama scorre tra sorprese e colpi di scena fino alla rivelazione finale.
Nota di colore a concludere: da romano, nato e residente, constato che la vecchia mignotta è sempre stata e sempre sarà luogo di lotte di potere, di congiure, di cospirazioni.
Forse il fascino di Roma è proprio questo, prestarsi a tutto ma non avere padroni, ed Elena e Michela Martignoni hanno colpito nel segno evidenziando questo non trascurabile dettaglio.