Ne L’ultima Anguàna il commissario Baldelli torna dodici anni dopo nella Valle dell’Orco trovandosi faccia a faccia con ferite mai rimarginate e inconfessabili segreti
Titolo: L’ultima Anguàna
Autore: Umberto Matino
PP: 228
Editore: Foschi
Prezzo: Euro 16.00
È già uscito da qualche mese, e sta andando a ruba nelle librerie. L’ultima Anguàna di Umberto Matino sembra destinata a diventare un nuovo cult della letteratura valleogrina.
Anno 1956. Posina. Comune montano tra i più estesi e contemporaneamente meno popolosi della provincia di Vicenza. Tre bambini passano la loro estate in contrada, ospitati da una nativa del luogo. Pian piano, i tre, vengono a conoscenza dei più affascinanti e inquietanti segreti del territorio.
Folletti, streghe e un dialetto dal gusto arcaico convivono con la vita degli abitanti del paese. In particolare, i bambini sono spaventati e allo stesso modo incuriositi dai racconti sulle anguàne: misteriose ninfe acquatiche, buone di giorno e malvagie di notte.
Queste antiche leggende sembreranno improvvisamente prender vita, riservando ai giovani ospiti un triste destino.
Il commissario Baldelli, a causa di strani rinvenimenti, tornerà dodici anni dopo in questa strana valle, trovandosi faccia a faccia con ferite mai rimarginate e inconfessabili segreti.
In questo secondo libro, Matino batte nuovamente il sentiero percorso dal suo romanzo d’esordio, La valle dell’Orco. Ancora una volta, infatti, le leggende, la storia e la mitologia popolare tornano ad essere protagoniste di quello che potremmo definire un “giallo storico”, dove la ricerca letteraria e archeologica respira assieme alla trama investigativa.
L’ambiente grigio e misterioso delle piovose contrade montane torna ancora una volta ad essere lo scenario di terribili omicidi. Nulla manca a quello che a tutti gli effetti può essere definito un thriller.
Tuttavia la magia delle leggende popolari, pian piano va ad intrecciarsi con la realtà. Il dialetto veneto parlato dai valligiani assume il valore di lingua dell’arcano. La pratica del filò e i racconti delle contrade risvegliano e fanno rivivere la tradizione che ancora si cela nella memoria della gente. Tutto in un’unica storia, dove l’uno necessità dell’altro.
Dal punto di vista stilistico, inoltre, non c’è dubbio che Matino stia compiendo un percorso di maturazione. A differenza del suo romanzo d’esordio, infatti, le descrizioni sono più vivide e dettagliate, i personaggi più caratterizzati e la trama la si può riassumere con maggior chiarezza.
Da notare, a mio avviso, l’epilogo del romanzo: veramente ben scritto, dove la vecchia Schio del vino e delle osterie torna a vivere tra una riga e l’altra del racconto.
Un gioiellino nostrano, dunque, che non lascerà a bocca asciutta chi ha amato La valle dell’Orco, dove un tempo a noi così distante, ma nello stesso tempo così vicino, riprende vita facendoci viaggiare tra fantasia e realtà.
[…] romanzo ambientato in Veneto per Umberto Matino (autore dei romanzi La valle dell’orco e L’ultima anguana), che esce per la casa editrice Biblioteca […]